[VERSO LA PASQUA] Terza domenica di Quaresima: guardare alla vita per capirla

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Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima (Lc 13,1-9) riferisce di una strage di galilei messa in atto dai soldati romani per ordine del governatore Ponzio Pilato. Da Gesù alcuni vogliono sapere se le persone assassinate avevano subito tale sorte a motivo dei loro peccati. La sua risposta è che essi non erano più cattivi di altri e perciò invita a convertirsi per non dover subire una fine peggiore. La stessa considerazione egli fa a proposito del crollo di una torre che aveva fatto vittime in Gerusalemme. Ancora una volta invita gli ascoltatori a convertirsi per non fare una fine analoga. E qui il discorso sembra chiuso.

C’è una seconda parte del brano che racconta del padrone di una vigna desideroso di gustare frutti da un albero di fichi, che, malauguratamente, non ne produceva da tre anni. Decide, perciò, di tagliarlo; se non che il contadino chiede la proroga di un altro anno, impegnandosi a curarlo maggiormente. Nel caso che tali attenzioni fossero risultate inutili, si sarebbe proceduto all’espianto.

Il sito “Roveto ardente”.

Sembrerebbe che le due parti del brano siano slegate e non comunicanti. Invece esse convergono sull’urgenza di dare una svolta fruttuosa alla propria vita, decidendo di camminare sulla via segnata dagli insegnamenti evangelici e traendo ammaestramento anche da una lettura sapienziale delle vicende quotidiane.

Gli insegnamenti di Gesù sono provvidenziali per i giorni che viviamo. Scioccati dallo sconvolgente massacro della giovane Nicoletta Indelicato e dalle conturbanti vicende di oscure trame poste in essere da appartenenti alla massoneria, da personaggi di trascorsa militanza politica e da altri comprimari, siamo interpellati per farci portatori di modelli di vita che vadano controcorrente. Non basta scandalizzarsi e scaricare sugli indagati esecrazione e colpe, che ci sono, stando ai provvedimenti restrittivi messi in atto dall’autorità competente. Occorre che tutti diamo un orientamento nuovo e positivo alla nostra vita; solo così si potranno estirpare le male piante che prosperano nella nostra società e che impediscono una sana e proficua convivenza civile.

Domenico, Vescovo

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