[TEMPO LITURGICO] Festa del Corpus Domini, centro del culto eucaristico

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Il Corpus Domini è una celebrazione di origine devozionale, che affonda le sue radici nella Bolla Transiturus di Urbano IV (1264) e ha al suo centro il culto all’Eucaristia, capitolo tipicamente cattolico, fondato teologicamente dal Concilio di Trento: «Il santo concilio dichiara che con sentimenti religiosi e di pietà è stato introdotto nella Chiesa di Dio l’uso di celebrare ogni anno con singolare venerazione e solennità, in una determinata festa, questo augusto e venerabile sacramento, per portarlo con riverenza e onore in processione per le vie e per le piazze» (Sessione XIII, cap. V).

Nessuna sovrapposizione, come qualcuno scrive, al Giovedì Santo, perchè in tale circostanza ci si pone dal versante della istituzione dell’Eucaristia, cioè della sua consegna alla Chiesa come sacramento della presenza di Cristo e come convito nuziale del suo amore per noi. Come scrive Benedetto XVI, «ricevere l’Eucaristia significa porsi in atteggiamento di adorazione verso Colui che riceviamo. Proprio così e soltanto così diventiamo una cosa sola con Lui. L’atto di adorazione al di fuori della santa Messa prolunga e intensifica quanto s’è fatto nella Celebrazione liturgica stessa» (Sacramentum caritatis, n. 66). Va anzitutto precisato che l’adorazione eucaristica, come qualsiasi altra azione liturgica, rientra in quel peculiare atteggiamento, prospettato dal Vangelo di Giovanni, che si radica nel binomio “spirito e verità” (cfr Gv 4,23).

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Difatti, costituisce un connotato irrinunciabile del culto cristiano, e quindi dell’adorazione, non solo la partecipazione interiore, ma anche quella totale della persona e di tutte le componenti umane, in cui una celebrazione comunitaria è resa possibile, alla luce del mistero dell’incarnazione e nella logica della collaborazione tra grazia e natura. Adorare diventa, pertanto, l’esperienza cultuale per eccellenza, in quanto costituisce il cuore della stessa liturgia.  Il rendimento di grazie, termine caratterizzante l’evento eucaristico, scaturisce appunto da una persona che sa adorare. Va poi tenuto presente che l’offerta di sè o sacrificio, quale dimensione essenziale dell’Eucaristia, sfocia nella volontà/disponibilità di collaborare alla diffusione del Regno, a partire dall’impegno per l’edificazione della Chiesa nel mondo. È dal silenzio dell’adorazione, soprattutto se illuminato dalla Parola, che scaturisce il ripensamento dei propri atteggiamenti nei confronti della missione ecclesiale.

Un autentico programma di vita, che ispira fortemente l’adorazione eucaristica e la trasforma in un peculiare momento missionario. Il culto eucaristico fuori della Messa è, infatti, sorgente dell’impegno fatto proprio dall’intero corpo ecclesiale, per assecondare il più possibile la volontà di Cristo di giungere all’unità di tutto il genere umano, condensata nella sua ultima preghiera prima di lasciare i suoi discepoli (cfr Gv 17,20-23). Dal momento che il credente riferisce a Dio non questa o quella cosa, bensì tutta la sua esistenza, la sua preghiera può avere in pratica tutto come oggetto, dalle più umili necessità e gioie di ogni giorno, fino alla preoccupazione per la propria salvezza e per la salvezza del mondo. Tutto può divenire preghiera riconoscente, implorazione, adorazione: espressione di un legame vivo e di un rapporto personale con Dio e con Gesù Cristo. Di conseguenza, pregare/adorare e agire nel mondo risultano in stretta connessione. L’uno non può sostituire l’altro: la preghiera/adorazione non può dispensare dall’azione, nè l’azione dalla preghiera/adorazione.

don Gianni Cavagnoli per Condividere

Domenica 23 giugno, alle ore 19, con partenza dalla Cattedrale di Mazara del Vallo, processione del Corpus domini, con la partecipazione del Vescovo.

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