Un sorriso, quel sorriso che ti fa sentire al sicuro, quel sorriso capace di farti stare bene. Un uomo, quell’uomo capace di dare tutto pur di aiutare gli altri, capace di lottare pur di dare una vita vera ai ragazzi, ai quali avevano tolto tutto, avevano tolto la libertà. È così che lo ricordano i miei genitori, i miei nonni, i miei zii. Io non posso ricordarlo, io non l’ho mai conosciuto. Quello che resta è la rabbia, il rimpianto di non aver mai avuto la possibilità di conoscere una persona così straordinaria. Lui, le sue idee, le sue parole continuano a vivere attraverso le persone che lo hanno conosciuto, attraverso i ricordi che hanno i familiari, è vero, ma nessuno potrà mai donare indietro quel fratello a mio nonno, nessuno mi donerà indietro quello zio, che non abbraccerò mai. I miei genitori mi raccontano spesso di lui, delle cose che amava fare, del bene che voleva ai ragazzi. Amava aiutare gli altri, metteva loro prima di se stesso, donava loro tutto quello che aveva, era un uomo così buono.

Mi raccontano spesso quanto era felice di portare i suoi ragazzi a Selinunte, nella casa di mio nonno dove noi andiamo spesso a passare l’estate. Lì ognuno aveva il suo compito: fare i letti, preparare la colazione, sistemare casa,… Mia nonna era davvero felice, per lei era sempre una gran festa, le piaceva tanto la casa piena di ragazzi, pronti a dare sempre un contributo per aiutarla, le piaceva tanto vederli ridere.
Ridevano tanto con mio zio, li faceva divertire, a volte raccontava loro anche delle barzellette. Quanto mi sarebbe piaciuto poterle ascoltare, poter guardare quel suo sorriso. Era una di quelle persone forti, sapeva cosa voleva. Voleva aiutare, voleva guidare, voleva rendere il mondo migliore a partire dai giovani, rendendoli capaci di pensare a modo loro, senza farsi condizionare, capaci di avere le proprie idee.

Spesso si ha paura del giudizio che gli altri possono avere di ciò che si pensa, lui invece aveva sempre il coraggio di dire, di gridare quello che pensava, senza paura. Credeva davvero tanto in quello che faceva, credeva tanto nei ragazzi, erano loro la sua forza. Quello che insegnava loro era il bene, in mezzo a tanto male da cui erano circondati.
Valentina La Rosa
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