Il tempo di Quaresima ci riapre la strada del cielo: entriamo in esso con spirito di preghiera e penitenza. E avremo parte con il Signore alla gloria della Resurrezione (Giovedì dopo le Ceneri, Responsorio – Ufficio delle Letture, Liturgia delle ore). Il mercoledì avanti la domenica prima di Quaresima i fedeli, ricevendo le ceneri, entrano nel tempo destinato alla purificazione dell’anima. Con questo rito penitenziale sorto dalla tradizione biblica e conservato nella consuetudine ecclesiale fino ai nostri giorni, viene indicata la condizione dell’uomo peccatore che confessa, esternamente, la sua colpa davanti a Dio ed esprime, così, la volontà di una conversione interiore, nella speranza che il Signore sia misericordioso verso di lui. Attraverso questo stesso segno inizia il cammino di conversione che raggiungerà la sua meta nella celebrazione del sacramento della penitenza nei giorni prima della Pasqua. Il mercoledì delle ceneri è giorno obbligatorio di penitenza in tutta la Chiesa, con osservanza dell’astinenza e del digiuno (Lettera circolare della Sacra Congregazione per il Culto divino sulla Preparazione e celebrazione delle feste pasquali).
Il rito penitenziale dell’imposizione delle ceneri nella consuetudine ecclesiale risale all’epoca della penitenza pubblica o canonica, quando i penitenti, all’inizio della Quaresima, indossando un abito penitenziale, si presentavano al Vescovo, venivano cosparsi di cenere e ricevevano l’opera penitenziale da compiere. Seguiva, poi, l’espulsione dalla Chiesa. I pubblici penitenti venivano riconciliati al mattino del Giovedì Santo per poter partecipare all’Eucaristia pasquale. Il rito costituisce un segno di lutto e di dolore, un simbolismo di caducità e di penitenza. Nell’attuale Messale romano di Paolo VI, la benedizione e l’imposizione delle ceneri, “ricavata dai rami d’ulivo benedetti nella domenica delle Palme dell’anno precedente” viene compiuto dopo la proclamazione del Vangelo e l’omelia. Anche quando il rito fosse compiuto fuori della celebrazione eucaristica, richiede sempre la proclamazione della Parola. Il Messale, oltre alla tradizionale formula che ricorda l’espulsione dal Paradiso terrestre: ricorda che sei polvere e in polvere ritornerai (cfr Gen 3.19), propone la formula dell’appello di Gesù alla conversione per cogliere il Vangelo: convertitevi e credete nel Vangelo (cfr Mc 1,15). [Liturgia, a cura di Domenico Sartore, Achille Maria Triacca e Carlo Cibien, edizione San Paolo].