«Laceratevi il cuore e non le vesti» (Gl 2,13), così dice il Signore per mezzo del profeta Gioele! La Quaresima è il tempo del culto interiore in cui non c’è spazio per coloro che pensano di onorare Dio con le labbra, mentre il loro cuore è lontano da lui (cfr Is 29,13). Non c’è spazio per una religiosità esteriore e di facciata che non porta ad una vera conversione, ad un vero cambiamento interiore!
Il segno della cenere, che è stato posto oggi sul capo di ciascun fedele durante la celebrazione, esplicita visibilmente l’intenzione dei cuori nel voler intraprendere un vero cammino penitenziale. Ma lo vogliamo realmente? Ne siamo consapevoli? Siamo disposti a lacerare il nostro cuore perché fuoriesca quel sangue mescolato a rabbie, rancori, vendette, a relazioni sbagliate, a situazioni non perdonate, ad azioni inique che avvelenano la nostra esistenza? Desideriamo veramente che il sangue di Gesù purifichi e ossigeni il nostro cuore rendendolo vivo, nuovo e docile alla voce dello Spirito?
Anche le parole del Vangelo ci richiamano al culto interiore attraverso l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Tre pratiche che Gesù invita a vivere nel nascondimento e nell’intimità con Dio Padre. La Quaresima diventa scuola di apprendistato in cui ciascuno di noi, sotto la guida dello Spirito, impara a ri-scoprire che il suo cuore:
– è un admirabile commercium nel donare a chi non può ricambiare e nel ricevere da Dio quello che l’altro non può donarti;
– è il sacrario in cui abita Dio, in cui lo si incontra e dove si impara che la preghiera è dialogo, intimità, ascolto, silenzio, intesa di sguardi lontani dal folklore e da occhi indiscreti che richiamano l’attenzione e la visibilità esteriore.
– è il luogo in cui è possibile digiunare dalle nostre passioni, dalla nostra lingua, dai giudizi violenti e dalle inclinazioni errate.
La Quaresima, dunque, diventa tempo propizio per conoscere e ritrovare se stessi, per riprendere o raddrizzare il cammino che ci conduce a Dio. È un tempo di grazia! Infatti Paolo, nella Seconda Lettera ai Corinzi, ci esorta a non accogliere invano la grazia di Dio perché «al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (6,2). La Quaresima è, perciò, il tempo giusto per ritornare a Dio, per riconciliarsi con Lui e con il prossimo, per ristabilire un legame di pace con il Signore e i fratelli!
don Nicola Altaserse
Direttore dell’Ufficio diocesano liturgico