[IL PRESEPE] Nel cuore del figlio l’amore di mamma: la Natività vista da Stefania Mannone

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Finalmente il momento è arrivato. L’impazienza di Claudio, mio figlio, può placarsi, lui che già da mesi canticchia le canzoncine del Natale. Adesso il presepe è quasi pronto, mancano solo le luci che fra poco brilleranno come già ora brillano i suoi occhi, così pieni di entusiasmo e di tenerezza mentre si fissano sul bambinello e su Maria. Lui mi guarda e dice: «Mamma, che sono belle le mani della madonna». Sono anni che sistemiamo sempre lo stesso presepe. Quante volte ho toccato e guardato quella statuina; ma quelle mani era come se le vedessi per la prima volta e mi stavano ricordando qualcosa. Una mano semiaperta è rivolta verso il suo petto e l’altra in maniera più estesa si protrae verso l’esterno, verso il figlio.

Quelle mani mi stavano mostrando non solo il senso più intimo e profondo del Natale, ma anche quello del mio stesso essere. Rifletto e penso che in fondo il presepe non fa che ricordare a tutti noi l’inizio concreto di una storia d’amore, l’amore di Dio per l’uomo, un amore singolare e umile che sceglie una grotta per manifestarsi. E fu proprio nel buio, al freddo, in una grotta, che Dio entrò nel mio cuore.  Mi ci portò Claudio quell’anno che volle andare a Lourdes. Il Signore si manifestava nel suo cuore fin da piccolo, ma la mia fede era debole; mi impediva di vedere il suo operare silenzioso e umile che, nonostante i suoi tanti inviti, rimaneva da me inascoltato. Ma Claudio stavolta insisteva fino al pianto e alla fine lo accontentai.

Lui era instancabile, superava i limiti che il suo corpo, toccato dalla disabilità, umanamente poteva sopportare. Io ero stanca e una sera, una volta addormentato, lo lasciai con il papà in albergo; avevo bisogno di uno spazio di riposo e di solitudine. Mi recai alla grotta, ma mentre andavo cominciò a piovere sempre più forte. Attorno a me solo freddo e silenzio. Finii lì poco distante, seduta a terra, sola e mi chiedevo cosa facessi senza quel figlio che, una volta nato, era divenuto il senso e il fine della mia vita. Non sapevo pregare e rimasi in silenzio. In me c’era solo paura; il futuro mi spaventava, pensavo che il mio amore non sarebbe stato sufficiente per sostenere e proteggere il mio bambino, in un mondo dove il diverso non sembra trovare accoglienza e comprensione.

Claudio, il Vescovo e Stefania Mannone.

In quel momento però un calore strano nel petto e un senso di benessere profondo e di pace cominciarono a inondarmi il cuore di una presenza così chiara, cosi intima a me da superare me stessa che ancor oggi non mi lascia mai. Il Signore aveva bussato al mio cuore e io ho lasciato che entrasse. Eppure fu proprio quella condizione a meritare il chinarsi di Dio sulle sue creature. E quando irrompe Lui nella nostra vita, quando gli diamo la possibilità di nascere ancora, tutto cambia. Anche il mio essere madre da allora è cambiato. È cresciuta in me la consapevolezza del dono e con esso la responsabilità di portarlo nel mondo.

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In questo mondo io e Claudio camminiamo sempre insieme; la presenza tenera e premurosa del Signore rende più sicuri i nostri passi, anche se non è un cammino semplice. Davanti a fievoli aperture si contrappone una civiltà dove l’uomo diviene sempre più individualista e valori come accoglienza, fraternità, rispetto reciproco, dignità, fanno fatica a essere proclamati e difesi. Il Signore non ci ha dato solo la consolazione e la forza della sua presenza, ci ha dato una casa meravigliosa dove poter realizzare pienamente le nostre vite.

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Gli auguri del Vescovo per il Natale 2017

I miei auguri per un felice e sereno #Natale 2017 a tutti voi.

Publié par Domenico Mogavero Vescovo sur samedi 23 décembre 2017

Nella Chiesa, nell’affetto sincero del nostro Vescovo e di molti sacerdoti, nella comunità abbiamo trovato un luogo dove sperimentare ogni giorno quel calore e quella pace che poco più di un decennio fa potei sentire nella solitudine di una grotta. Claudio realizza in pienezza le sue aspirazioni più profonde servendo all’altare e raccontando la vita dei santi ai bimbi del catechismo che ci sono stati affidati e ai quali insegniamo non solo dottrina ma soprattutto le ricchezze della diversità e la condivisione delle reciproche risorse. Io nel vederlo felice e sereno dimentico ogni paura e partecipo di una beatitudine che prima non avrei mai pensavo di conoscere. Ma ecco, Claudio reclama, vuole accendere le luci nel presepe.  Le accendiamo, sono gialle e intermittenti, luci e ombre si alternano, le immagini si confondono e per un pò si confonde anche il mio cuore, mentre guardo gli occhi di Maria. Claudio è radioso: il suo piccolo presepe vale più di mille doni, come ogni singola celebrazione a cui partecipiamo. Insieme guardiamo il presepe, lo abbraccio, lo bacio e gli sussurro piano: «È vero, Claudio mio, hai ragione, sono proprio belle le mani della Madonna».

Stefania Mannone per Condividere

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Un commento

  1. Un abbraccio a Stefania ,madre serena,dolcissima già tanti anni fa quando la ho conosciuta ,vigile e sempre positivamente presente ,accanto al suo piccolo Claudio,alla scuola elementare dove” maestra Beatrice”li ho conosciuti.E ora testimone di un incontro speciale con Dio che ha voluto condividere con noi.Grazie Stefania per le tue parole e buon Natale con la tua Bella Famiglia.Buon Natale al nostro Vescovo e alla redazione di Condividere

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