[LO SPECIALE/2] Un luogo per raccogliere la memoria e consegnarla al futuro, il giornalista Gatti (L’Espresso) lancia l’appello del Museo del viaggio

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«Mi chiedo da tempo se esiste un luogo in Italia e in Europa che ricordi cosa sta accadendo in questi ultimi anni. Che sia un luogo per raccogliere la memoria e consegnarla al futuro. Ce ne sono tanti, come a Lampedusa». In questa testimonianza rilasciata per Condividere, il giornalista Fabrizio Gatti de L’Espresso lancia un appello affinché si possa realizzare un Museo del viaggio e di chi non ce l’ha fatta.

La copertina de L'Espresso del 2005, il numero nel quale Fabrizio Gatti racconta la sua testimonianza da clandestino.
La copertina de L’Espresso del 2005, il numero nel quale Fabrizio Gatti racconta la sua testimonianza da clandestino.

Gatti nel 2005 si finse clandestino e affrontò, insieme ai migranti, il viaggio della speranza nel Mediterraneo. Ripescato in mare, Gatti finì rinchiuso nel centro di permanenza temporanea di Lampedusa, vivendo una settimana con centinaia di immigrati. Tra soprusi, umiliazioni e condizioni disumane. Poi trasferito in Sicilia e liberato con un foglio di via. Fabrizio Gatti quell’esperienza l’ha racconta sul suo giornale [LEGGI QUI IL SERVIZIO COMPLETO DEL 2005].

ASCOLTA QUI LA TESTIMONIANZA DI FABRIZIO GATTI PER CONDIVIDERE

 

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