Questa intervista è stata realizzata per il giornale diocesano “Condividere”.
Professore Diotallevi, come legge in questo momento la relazione ecclesiale tra presbiteri e laici?
«Come molto critica. Si sta diffondendo una relazione perversa: la chiamerei “neoclericalismo debole”. I laici fanno finta di essere clericali, il clero si accontenta di ossequio esteriore e di qualche vantaggio materiale. Il patto è fare della fede una cosa più leggera, meno ingombrante, meno responsabilizzante».
Può indicare delle priorità formative ed esperienziali per l’apostolicità dei laici?
«Far proprio il magistero del concilio sui laici. non c’è dubbio. attraverso il concilio si arriva dritti al Vangelo, e ci si arriva in compagnia dei padri. Guai a sottovalutare le note dei testi del Vaticano II. avvicinare quel magistero con la guida di paolo VI: la Ecclesiam suam per introduzione e la Evangelii nuntiandi per riepilogo. e accompagnare questo studio serio con una altrettanto adeguata formazione della volontà: ieri si diceva ascesi. oggi non so come si dica, ma di sicuro non si fa».

E per la formazione dei presbiteri?
«Lo stesso. e lasciarsi plasmare dai libri liturgici. e per gli uni e per gli altri più storia della chiesa. Meglio studiare Sturzo e de Gasperi, che tanta …- scusi il termine – pseudo religiosità o porno religiosità».
Quali cambiamenti sono dunque in atto nell’esperienza ecclesiale della fede e del vissuto comunitario che attendono una vera riforma?
«Tutti perché dobbiamo sempre convertirci. Sempre, di nuovo, ogni giorno come dice il salmo invitatorio del mattino: “ascoltate oggi – oggi! – la mia voce, non indurite il cuore”. convertirci tenendo aperti – come diceva Giovanni XXIII – la Bibbia e il giornale».
Un’immagine del legame tra Paolo Vi e il Concilio?
«Le lettere ai suoi milanesi che mostrano come pian piano comprese e si convertì alla intuizione profetica di Roncalli. e poi il modo coraggioso con cui lo difese. con cui propose a Vescovi e ai preti la nobile semplicità della liturgia cristiana e con cui propose ai laici l’azione cattolica, non storicamente contingente, ma teologicamente motivata».
Don Vito Impellizzeri
CHI E’ LUCA DIOTALLEVI
Luca Diotallevi è professore di Sociologia all’Università di Roma tre. Laureatosi a Roma (in filosofia presso “La Sapienza”) e ricevuto il phd in Sociologia (università di parma), ha studiato presso la università di Bielefeld ed è stato senior fellow del “Center for the Study of World Religions” presso la “Divinity School della Harvard University”.