Martedì 11 febbraio, nella memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, tutta la Chiesa celebra la 33ª Giornata mondiale del malato istituita da San Giovanni Paolo II nel 1993 a seguito della scoperta del morbo di Parkinson dello stesso Pontefice. Così il Santo Padre, nel suo primo Messaggio si è rivolto agli ammalati e al mondo della sofferenza nelle sue molteplici manifestazioni. Nel solco di tale lunga tradizione, la Chiesa universale s’apprestò a celebrare, con rinnovato spirito di servizio, la prima Giornata mondiale del malato quale peculiare occasione per crescere nell’atteggiamento di ascolto, di riflessione e di impegno fattivo di fronte al grande mistero del dolore e della malattia. Tale Giornata vuol essere per tutti i credenti «un momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo che, soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità» (Lettera istitutiva della Giornata mondiale del malato, 13 maggio 1992, n. 3).

La nostra Diocesi, in comunione con tutta la Chiesa, in quest’anno giubilare della speranza, vivrà la Giornata del malato a Salemi in due momenti: un primo momento di riflessione presso l’ospedale “Vittorio Emanuele III” riservato ai sacerdoti, ai medici e agli infermieri, all’Unitalsi e alle altre associazioni. Alle 15,30 l’arciprete don Vito Saladino presenterà brevemente il messaggio di Papa Francesco e ci offrirà degli spunti di riflessione. Poi, in processione, si arriverà alla parrocchia Maria Ss. della Confusione per la concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Angelo e animata dalla Forania di Salemi. Mi piace sottolineare il carattere diocesano di tale Giornata: sollecito dunque tutti i confratelli a partecipare insieme alle loro comunità.
Sarebbe significativo che le associazioni di volontariato e i ministri straordinari della comunione della Diocesi portassero almeno un ammalato che seguono nelle loro attività e nelle loro comunità parrocchiali: sin d’ora esprimo a tutti la mia gratitudine. San Giovanni Paolo II, al termine del primo Messaggio, così si rivolgeva agli operatori del mondo della sanità: «A voi, malati carissimi di ogni parte del mondo, protagonisti di questa Giornata mondiale, tale ricorrenza rechi l’annuncio della presenza viva e confortatrice del Signore. Le vostre sofferenze, accolte e sostenute da incrollabile fede, unite a quelle di Cristo, acquistano un valore straordinario per la vita della Chiesa e per il bene dell’umanità. Per voi, operatori sanitari chiamati alla più alta, meritevole ed esemplare testimonianza di giustizia e di amore, questa Giornata sia di rinnovato incitamento a proseguire nel vostro delicato servizio con generosa apertura ai valori profondi della persona, al rispetto dell’umana dignità e alla difesa della vita, dallo sbocciare fino al suo naturale tramonto. Per voi, Pastori del popolo cristiano, e per tutte le varie componenti della comunità ecclesiale, per i volontari, ed in particolare per quanti sono impegnati nella pastorale sanitaria, questa prima Giornata mondiale del malato offra stimolo e incoraggiamento a proseguire con rinnovato impegno nella strada del servizio all’uomo provato e sofferente» (n. 5).
don Antonino Favata
Direttore Ufficio diocesano per la pastorale della salute