Il Pastore in cammino: l’incontro con i fedeli delle parrocchie “segno” di prossimità

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Il Pastore che visita il suo gregge. In tempi in cui la comunicazione è velocissima e per i fedeli incontrare e parlare con il loro Vescovo non è poi così difficile in molteplici occasioni, la Visita pastorale sembrerebbe qualcosa di scontato, di superfluo. e viene spontaneo chiedersi: perché una Visita pastorale? La risposta a questa domanda si snocciola nella doppia valenza della Visita canonica (detta anche pastorale): da un lato permette al Vescovo di tenersi al corrente in modo diretto della situazione concreta della chiesa in particolare e dall’altro sprona i fedeli a compiere con sempre maggiore intensità i propri doveri.

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Foto di Flavio Leone.

In queste due ragioni c’è l’essenza della Visita, il cui bisogno è stato sempre vivo e sentito nella chiesa sin da primi secoli. non c’è nulla di scontato, dunque. Ecco perché l’occasione dell’incontro – nei luoghi dove le comunità vivono e non nell’episcopio, casa del Vescovo – è la testimonianza di vicinanza del pastore, del sentirsi uno di loro e non in mezzo a loro, come farebbe un padre coi suoi figli. Ad accompagnare il Vescovo in questa Visita, che durerà sino a giugno 2016, ci sarà una commissione di tre co-visitatori formata da don Vincenzo Greco (Vicario generale), don Nicola Altaserse (segretario) e Rosario Tumbarello (economo). A loro il compito di preparare gli incontri del Vescovo con operatori pastorali, fedeli, ammalati e amministratori. Ma ai co-visitatori toccherà anche il compito di verificare gli archivi delle parrocchie.

Max Firreri per Condividere

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