Il parroco di Poggioreale: «Una speranza per il cammino di fede»

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Dal 18 al 20 di ottobre avrò l’onore e l’onere di essere il primo sacerdote insieme alla comunità di Poggioreale ad accogliere il Vescovo nella sua prima Visita pastorale alla Chiesa mazarese. Il Vescovo, volendo iniziare da Poggioreale, l’ultimo paese della diocesi, vuole dare un messaggio che indica una preferenza verso gli ultimi e i più lontani, ma che sono nel cuore del Vescovo più di tutti gli altri fedeli della diocesi. Poggioreale è un piccolo paese, ma non per questo è meno ricco di persone di buona volontà che vogliono conoscere Gesù, pastore bello, e seguirlo con fedeltà e amore per contemplare la Sua illuminante bellezza.

don Giancarlo Tumbarello
don Giancarlo Tumbarello

I poggiorealesi stanno vivendo il trasferimento di don Vito Saladino come un momento di passaggio, ma anche di continuità con me insieme a don Charles Muthui. Per questo motivo la presenza del Vescovo e la Sua consolante parola, in questo momento particolare, darà coraggio e speranza a continuare la loro crescita come comunità e rinvigorire il cammino di fede finora percorso e dare una nuova spinta a continuare, senza titubanze, il cammino che Gesù pastore ci indica.

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Il paese in festa per accogliere il Pastore

Il paese di Poggioreale fa il conto alla rovescia per la Visita pastorale che inizierà domenica 18 e i preparativi per i festeggiamenti sono già iniziati da qualche settimana: anziani, giovani, bambini, tutti vivranno questo momento di gioia insieme al loro pastore. Quasi ultimo paese della provincia, Poggioreale sarà il primo della lista dei tredici paesi della Diocesi che monsignor Mogavero visiterà. Un motivo di vanto e di orgoglio per la comunità dei fedeli poggiorealesi. per l’occasione è la «periferia che si fa centro» per usare una frase cara al Vescovo. Ma come sta vivendo la comunità la Visita pastorale?

Piazza Elimo a Poggioreale.
Piazza Elimo a Poggioreale.

Ci si sta disponendo per ricevere la visita di Dio, un Dio che si fa tenerezza e paternità. Una Visita che aspetta di essere «confermata nella speranza». E per usare un parallelismo, la Visita del Vescovo si può configurare come la visita dell’angelo a Maria per l’annunciazione. Una Visita finalizzata a promuovere una «vita nuova e dirompente». e in quest’ottica, il Vescovo in Visita si delinea come un «servo tra i servi», esempio di servizio, umiltà e abnegazione. Nei tre giorni di Visita, il Vescovo avrà modo di incontrare, ascoltare, ravvivare tutti gli “operai evangelici” di Poggioreale. Dai componenti del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio per gli affari economici ai giovani dell’oratorio. Per poi passare alla Caritas e all’azione cattolica. Ma il Vescovo avrà anche tempo e cura per visitare alcuni malati e i minori stranieri non accompagnati ospitati in una struttura del luogo. Incontrerà gli amministratori comunali, gli alunni delle scuole, i cresimandi e relativi genitori. Spazio anche agli incontri personali che il Vescovo terrà con i fedeli che lo vorranno.

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IL TERRITORIO. Economia, lo sviluppo tra agricoltura e pastorizia

Poco più di 1.500 abitanti e un’emigrazione che negli anni ha, pian piano, ridotto la popolazione. Il nuovo assetto urbano di poggioreale è nato dopo il sisma del ‘68 a pochi chilometri dal vecchio centro abitato, lasciato abbandonato. Lo stile del paese è quello delle new town: strade ampie, numerosi punti di ritrovo, l’ampia piazza elimo e poi infrastrutture per garantire servizi ai cittadini, dal teatro alla piscina comunale (mai aperta!) ai centri sociali. oggi, nonostante l’emigrazione abbia segnato la comunità, il paese vive di agricoltura e pastorizia, che vedono protagonisti anche numerosi giovani.

Il SISMA. Le scosse del 1968 che segnarono la comunità

Il paese di Poggioreale si porta ancora dentro la ferita del terremoto nel Belice: in quella notte del gennaio del ‘68 le scosse danneggiarono – e in parte distrussero – l’abitato del paese. Da 47 anni la questione della ricostruzione accompagna la storia di questa comunità. Perché antieconomico e potenzialmente pericoloso, non si predispose il restauro del vecchio centro abitato, oggi considerato una città fantasma. Le tracce del sisma hanno segnato l’intera comunità e chi ha vissuto quei momenti porta ancora con sè i ricordi di quelle settimane segnate da morte e distruzione.

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