Il 26 maggio scorso abbiamo coronato il nostro sogno d’amore, unendo le nostre vite in maniera indissolubile attraverso il sacramento del matrimonio. Tutto però è cominciato circa quattro anni fa quando ci siamo conosciuti. Abbiamo intrapreso subito una conoscenza profonda e, dopo poco tempo, abbiamo scelto di iniziare la nostra storia. Entrambi avevamo avuto altre esperienze e ciascuno di noi aveva ben chiaro cosa cercasse nella persona che avrebbe voluto accanto: i valori che non dovevano mancare; con la consapevolezza che nessuno è perfetto ma siamo in continuo cammino. Tutti e due però avevamo il forte desiderio di condividere il dono dei doni che ci è stato fatto: la nostra fede in colui che ci ha dato la vita.

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Con questa premessa e con questo desiderio nel cuore è cominciato tutto. Fin da subito avevamo chiarito che il nostro fidanzamento doveva essere concepito come un tempo per fare una seria conoscenza dell’altro per poter capire se la nostra chiamata fosse quella del matrimonio e quindi quella di creare insieme una famiglia. Per fare questo discernimento era chiaro che il tempo trascorso insieme doveva essere innanzitutto molto e soprattutto speso bene, a fare cose che potessero farci crescere come coppia. Tutto questo per capire se il nostro sentimento e le emozioni che provavamo fossero veramente frutto di un amore autentico e sincero verso l’altro. Certo, all’inizio tutto sembra rose e fiori; ma quando, passato il primo periodo di infatuazione, i difetti, o comunque le cose che non ci vanno bene dell’altro, vengono a galla, allora lì si vede veramente se c’è un qualcosa o un qualcuno che ci tiene legati.

In questo passaggio ci siamo accorti di non essere capaci, o meglio sufficientemente in grado di capire quale fosse la volontà di dio su di noi. Così abbiamo iniziato una novena a San Giuseppe (Santo che avevamo a cuore per la bontà, per l’umiltà e per la profonda cura della famiglia) affinché ci illuminasse. A distanza di quattro anni possiamo dire che Dio si è fatto tanto presente e premuroso nell’aiutarci a mettere le fondamenta della nostra casa sulla roccia, mostrandoci, passo dopo passo, la sua infinita fedeltà proprio ogni qualvolta, in ogni scelta che abbiamo avuto davanti, le nostre reciproche debolezze ci spingevano a mollare la presa.

Con queste parole, troppo povere per contenere l’immensa gratitudine che abbiamo, vogliamo ringraziare con tutto il cuore la Ss. Trinità che con tanta pazienza ci ha indicato la via di un amore sano e puro, non senza difficoltà, ma con la ferma certezza che alla fine di ogni prova avremmo raccolto frutti che non durano un istante, ma una vita intera. Oggi siamo qui, a testimoniare che un amore vissuto in Dio, con dio e per dio è l’avventura più straordinaria e autentica che ci sia, e i frutti immediati che possiamo sperimentare nella nostra vita sono la gioia e la libertà per costruire giorno per giorno il suo regno già qui su questa terra perché il paradiso inizia qui.

Simone Pazzi e Roberta Pipitone per Condividere

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