LA RIFLESSIONE/Cittadini al voto: referendum e amministrative, volontà di partecipazione e tendenza verso il cambiamento?

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In questi giorni i mezzi di comunicazione hanno dato grande risalto al referendum consultivo svolto in Gran Bretagna sulla permanenza nell’Unione europea, ritenuta non in linea con gli interessi nazionali. Per la verità, fino all’esito dello stesso, non sembrava che l’opinione pubblica italiana, e forse anche degli altri paesi membri dell’UE, fosse particolarmente appassionata alla vicenda. Probabilmente ci si illudeva che, all’italiana, al chiasso delle parole e delle minacce non seguisse poi la scelta conseguente. Sotto questo aspetto gli inglesi hanno dato prova di serietà decisionale e di linearità coerente, difficilmente riscontrabili nelle vicende italiane. Non è semplice capire se tutti i votanti fossero pienamente al corrente delle ricadute che il loro voto avrebbe avuto nella realtà inglese; ma ciascuno era sicuramente consapevole che il suo voto, esercizio democratico di sovranità popolare, avrebbe concorso a fornire una indicazione chiara al Governo sulla svolta da dare al futuro assetto del Paese.

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Se, poi, spostiamo lo sguardo sull’Italia e sulle recenti votazioni di ballottaggio nel secondo turno delle elezioni amministrative, con particolare riguardo all’esito nelle grandi città, non si può fare a meno di rilevare segni inequivocabili di una avvertibile inversione di tendenza, almeno in una certa fascia dell’elettorato italiano, fin qui piuttosto abitudinario nelle sue scelte. Infatti, lontano dal momento elettorale i cittadini si mostravano – e si mostrano – alquanto critici nei riguardi di coloro che gestiscono il potere ai diversi livelli, salvo poi a ridare fiducia a quegli stessi (partiti e singoli candidati) ai quali non erano stati risparmiati critiche e rimbrotti. Il nostro sembrava, e forse era, un Paese ingessato. Può darsi che qualcosa stia finalmente cambiando. Gli scenari possibili potrebbero essere due: apertura, seppur graduale, verso la sfida del nuovo e disponibilità ad accettare la scommessa del cambiamento.

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In ogni caso, prescindendo dagli effetti a medio e lungo termine, una svolta significativa è sicuramente in atto nell’opinione pubblica, e per di più positiva, anche se gli sviluppi futuri sono ancora tutti da decifrare e da scrivere. Se poi questa tendenza ha per protagonista – come sembra – il mondo giovanile allora c’è un ulteriore motivo di speranza, in quanto le nuove generazioni sono pronte a mettersi in gioco e a imprimere alle istituzioni un dinamismo nuovo. Occorre notare, altresì, che anche la comunità ecclesiale mostra segnali di fermento, orientati verso il nuovo, sulla spinta che in questo senso Papa Francesco sta dando a taluni modelli e stili di vita. Se certe resistenze non occulte saranno vinte dal sentire profetico del popolo di Dio nella sua 0interezza, la Chiesa potrà continuare a vivere e ad annunciare la verità liberante del Vangelo senza lasciarsi frenare da nostalgie anacronistiche.

Monsignor Domenico Mogavero per Condividere

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