[LA MAPPA] Le Confraternite in Diocesi al servizio della pietà popolare

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Quando si pensa alle Confraternite si pensa, giustamente, a istituzioni cariche di storia. L’origine può essere fatta risalire alle prime comunità cristiane. L’esatta definizione giuridica è quella ancora contenuta nel can. 707 del Codice di Diritto Canonico del 1917 quali “associazione pubbliche di fedeli” con rilevanti aggiornamenti contenuti poi nel Codice del 1983 che, in piena coerenza con lo spirito e la lettera del Vaticano II, ne modernizza il ruolo inserendole nelle associazioni pubbliche e riconoscendone compiti del tutto speciali. Nella nostra Diocesi sono presenti 10 confraternite che operano sul territorio in comunione con la parrocchia di appartenenza, condividendo il Piano pastorale diocesano e ponendosi a servizio dell’intera comunità cristiana.

Dal 2015 sono tutte riunite coordinate e rappresentate dal Centro Diocesano delle Confraternite laicali, un nuovo organismo voluto e eretto con apposito decreto dal Vescovo e tutte fanno parte della Confederazione nazionale Confraternite Diocesi d’Italia. Ma cosa fanno le confraternite? Tutte le confraternite diocesane perseguono le finalità che il diritto canonico attribuisce loro. Favorire e promuovere una vita più perfetta: ciascuna predispone iniziative di formazione permanente nella fede per i propri iscritti, nonchè azioni dirette al volontariato e alla solidarietà mediante l’esercizio di opere di misericordia spirituale e materiale in risposta alle nuove povertà. Altra finalità è la promozione del culto pubblico. È facile pensare in particolare all’incremento del culto eucaristico. Due sono in Diocesi le confraternite dedicate al Ss. Sacramento: quella di Marsala e quella di Salemi. Della prima il più antico documento che ne attesta l’esistenza è datato 1511; ma sono poi due decreti vescovili, uno del 1993 del Vescovo monsignor Emanuele Catarinicchia e l’altro del 2011 del Vescovo Domenico Mogavero, che ne confermano l’istituzione canonica e ne fissano la sede presso la chiesa madre di Marsala.

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Oggi la Confraternita con i suoi 70 membri, tra effettivi e aspiranti, partecipa attivamente alla vita parrocchiale, collabora con la Caritas e cura in maniera scrupolosa tutte le attività necessarie per la celebrazione della solennità del Ss. Corpo e Sangue di Cristo. Quella di Salemi, già costituita canonicamente come consacrati del Ss. Sacramento, è stata riconfermata con decreto vescovile da monsignor Mogavero nel 2014: ha la sua sede presso la chiesa madre di Salemi e conta 25 confrati solo uomini. Tre sono le confraternite che promuovono il culto mariano. Di esse ben 3 sono dedite al culto dell’Addolorata: la Confraternita di Marsala, costituita nel 1746, confermata nel 1992 e poi ulteriormente riconfermata con decreto del Vescovo Mogavero nel 2011, a oggi è la più numerosa con più di 200 iscritti. Da sempre in sinergia con i direttori spirituali che si susseguono nel tempo, organizza il Venerdì santo la processione del Cristo morto e dell’Addolorata.

Impegnata nei riti della Settimana Santa c’è anche la Confraternita di Maria Ss. Addolorata del Pianto e dei 7 Dolori di Castelvetrano, la cui fondazione risale al 1626 e oggi conta 43 consacrati e 19 aspiranti. Particolarmente sensibile alle nuove povertà oggi essa è un importante centro di sostegno per il territorio. Infine, la Confraternita della Beata Vergine Addolorata di Partanna, istituita nel 1806 e riconfermata nel 1996. Ha sede presso la chiesa madre di Partanna ed è oggi formata da 107 membri. Altre confraternite mariane sono poi: la Confraternita dell’Immacolata di Marsala e la Santa Maria della Sanità di Castelvetrano: la prima costituita nel 1980 ed eretta canonicamente nel 1992 ha sede presso la chiesa di San Francesco d’Assisi di Marsala, conta 59 inscritti e 14 uditori, e ogni anno con grande impegno organizza i festeggiamenti per la Vergine Immacolata. La seconda, risalente al 1628 e riconfermata nel 1996, svolge una azione di diffusione del culto della Bedda matri di la saluti di Castelvetrano e i suoi 50 inscritti sono impegnati nei vari ambienti pastorali della parrocchia e in iniziative culturali e sociali.

Le restanti confraternite diocesane sono infine dedicate al culto di particolari santi: la Confraternita Sant’Anna di Marsala, eretta nel 1611 e confermata poi nel 1992. In ambito foraniale è particolarmente seguita in quanto a essa è affidata l’organizzazione della Sacra Rappresentazione della Passione del Signore, in cui viene riproposta la Passione di Gesù con personaggi viventi in abiti d’epoca che durante il percorso recitano brani tratti dalla Sacra Scrittura.

Poi la Confraternita di San Giuseppe di Castelvetrano costituita nel 1996 che, oltre a diffondere il culto del Santo curandone i festeggiamenti, si pone come custode dell’antica tradizione della preparazione e dell’allestimento dei pani votivi e degli altari di San Giuseppe. Da sempre, inoltre, organizza e dirige la rievocazione dell’Aurora la mattina di Pasqua. Infine c’è la Confraternita di Santa Ninfa Vergine e Martire, costituita nel 2008 e conta 25 membri, con sede presso la chiesa madre di Santa Ninfa. Quale è il ruolo che oggi le confraternite possono avere nella Chiesa e nella Chiesa locale? Il Concilio Vaticano II ha certamente fatto maturare la coscienza dei laici e della loro funzione all’interno della Chiesa e poiché le confraternite si inseriscono a pieno titolo in questa nuova visione del “laico”, che non è più considerato alla stregua di un soggetto passivo in contrapposizione al clero, ma partecipa con il clero stesso alla vita della Chiesa, non vanno considerate, come alcuni pensano, soprattutto tra il clero, un laicato di seconda serie. Piuttosto vanno viste come un laicato sul quale investire con il linguaggio opportuno e vicino alla sua sensibilità per una nuova evangelizzazione. Oggi esse possono configurarsi come “linfa”, umile e discreta, che tiene viva o riaccende la fiaccola della fede.

Arianna Marino per Condividere

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