Non c’era posto …. per Giuseppe, Maria e il bimbo che portava in grembo, dice l’evangelista Luca nel raccontare la nascita di Gesù, in quella casa dove avevano chiesto un riparo per la notte, arrivando da lontano. «Non c’è posto per voi!» sentiamo dire da alcuni che in questo tempo si percepiscono, con l’arrivo di fratelli da altri Paesi del mondo, “invasi” da persone di colore, lingua, religione e cultura diverse. Guardandomi attorno, in realtà, osservo che sono le nostre vite a non avere più posto per nessuno. Non solo per chi è diverso, ma non c’è più posto per una relazione che non sia solo virtuale, per un incontro con non sia solo sui social, per un fare che non abbia solo un ritorno economico, per un agire che non sia solo frenetico. Posso credere che non ci sia più posto per la gratuità, per l’amicizia e per la solidarietà?
Posso credere che non ci si prenda più cura gli uni degli altri? E mi chiedo, da credente, se nella nostra vita ci sia ancora un posto per Gesù Cristo, che vuole nascere per essere Dio con noi, perchè possano abitarci tenerezza e dolcezza, parole e gesti di bene. In “Casa della Comunità Speranza” il Natale è ogni anno un pò speciale perchè vivono insieme culture, lingue, colori e tradizioni molto diversi tra loro. C’è “un’armonia di umanità” che per primi ci insegnano i più piccoli, ai quali non importa se sei nero o bianco, bello o brutto, se vieni da nord o da sud, se sei povero o ricco, se sei cristiano o musulmano. Quest’anno ci siamo confrontati tutti insieme, grandi e piccoli, e ci siamo chiesti se dentro di noi c’è posto per l’altro e per la creazione e di come aver cura di questo spazio. I piccoli hanno preparato un regalo, fatto tutto da loro, da scambiarsi reciprocamente grazie all’amicizia e al rispetto che hanno imparato a costruire.

Gli adolescenti hanno vissuto da protagonisti un pomeriggio di festa ideato e pensato da loro stessi, invitando amici e compagni di studi e di vita. Non è mancato un momento di riflessione attraverso delle immagini di volti e storie di ragazzi promotori di umanità e di giustizia. Hanno ascoltato Malala, Iqbal, Greta. Hanno incontrato storie di bambini che subiscono ingiustizie, disuguaglianze e di cui sono violati i diritti. Abbiamo fatto posto nella nostra vita a quella fetta di umanità, il maggior numero di persone nel mondo, che “non ha un posto” dignitoso, equo, giusto e felice. Coloro che vengono definiti oggi “lo scarto” nella narrazione della nascita di Gesù, sono coloro che sono accorsi senza indugiare a vedere il Figlio di Dio, il Messia, si sono riempiti di gioia, hanno portato doni e hanno iniziato a raccontare ci. che avevano visto.
Gesù aveva trovato posto nella loro vita, lo aspettavano e si sono messi in movimento con il cuore. La sorpresa di Dio li ha sorpresi! Perciò non indugiamo, prepariamogli un posto nella nostra vita, perchè non ci accada di vedere la gioia della sua nascita negli altri ed esserne pure un po’ invidiosi.
suor Alessandra Martin per Condividere