[LA FESTA] Don Bosco e l’oratorio: 4 giovani raccontano l’esperienza della “famiglia” salesiana

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Il 31 gennaio è la festa di San Giovanni Bosco. E lo ricordiamo parlando dell’oratorio salesiano, «una missione aperta nel continente giovanile, con un ambiente di riferimento e di irradiazione, che si propone la salvezza dei giovani accogliendo ed evangelizzando la loro vita», così come lo definì don Juan Vecchi, VIII successore di don Bosco. L’oratorio, dunque, può dunque essere considerato un ambiente educativo “specifico” del mondo giovanile, della comunità parrocchiale e del territorio, la cui efficacia pedagogica dipende anche dalla consapevolezza che l’intera comunità parrocchiale è un “grande” ambiente educativo.

L’oratorio a Marsala è don Saverio che ogni giorno si spende affinché ai suoi ragazzi non manchi un luogo accogliente in cui giocare, studiare, vivere in allegria. L’oratorio è Rudy, cresciuto tra quei campetti di cemento che l’hanno salvato dalla strada e dalle cattive compagnie. L’oratorio sono Enzo e Francesca, un fratello e una sorella disabili che trascorrono tutti i loro pomeriggi in cortile e che senza il cortile sarebbero persi. L’oratorio sono Giovanni, Baldo, Arianna, Clara, Paola, Dario e tutti i giovani del Servizio Civile che negli anni hanno messo a disposizione di questo ambiente educativo il loro tempo e le loro capacità. L’oratorio sono Maria, Tiziana, Chela, Nuccia e tutte le mamme dell’oratorio che come mamma Margherita, la mamma di don Bosco, non smettono mai di accompagnare nella crescita i loro figli.

Angela Caradonna per Condividere

Le testimonianze

La prima volta che misi piede in oratorio avevo quasi 6 anni. Niente è paragonabile alla gioia che quel giorno provai nello scoprire una realtà a me sconosciuta. Rimasi incantato dal clima di famiglia che si sentiva. Tra me e me pensavo, come può un cortile suscitare tanto interesse e amore? Me ne innamorai subito e adesso che ho 18 anni, non mi pento nemmeno di un secondo speso in questo oratorio. Sono cresciuto con dei valori che mi hanno formato e mi hanno aiutato a crescere. Tra gli altri quello che ha caratterizzato gli anni passati qui, è stato lo spirito di servizio che mi ha reso disponibile e capace di ascoltare e aiutare gli altri.

Gioacchino Lupo, 18 anni

Io don Bosco l’ho incontrato tanti anni fa, la prima volta che andai all’oratorio. Ero stata iscritta al Grest dai miei genitori per poter socializzare e avere un’attività da fare durante l’estate, ma non mi aspettavo granché, essendo una bambina timida e con difficoltà ad aprirmi con gli altri, eppure sin dal primo giorno mi sono sentita accolta e voluta bene. Nello sguardo degli animatori ho rivisto don Bosco prima ancora di conoscerlo e ho capito che quel posto sarebbe diventato la mia seconda casa. Nonostante non mi conoscessero, infatti, tutti gli educatori e gli animatori lì dentro mi hanno dimostrato affetto e amore e sono diventati delle vere e proprie guide per me, tanto da farmi desiderare di essere come loro e dopo tanti anni eccomi ancora qui, nelle vesti di animatrice. Mi hanno insegnato ad andare d’accordo con gli altri, mi hanno insegnato il valore del gioco di squadra e con il tempo anche il valore della fede all’interno della mia vita. L’oratorio è ciò che mi ha reso quello che sono adesso: una ragazza vivace, intraprendente e pronta a mettersi in gioco ed in discussione. Amo essere un’animatrice salesiana e spero di poter trasmettere ai miei ragazzi tutti i valori e gli insegnamenti che i miei animatori mi hanno trasmesso durante la mia infanzia. Nonostante le scarse aspettative che avevo ben 10 anni fa, adesso sono immensamente grata di essere entrata a far parte della comunità salesiana e ringrazio Dio per avermi chiamata a far parte del suo progetto, amando e vivendo per i giovani, proprio come voleva Don Bosco.

Sofia Marino, 17 anni

Sin da piccola, i miei genitori mi hanno educato alla preghiera e all’importanza di andare a messa. Entrambe le cose però mi sembravano, in un certo senso astratte, come se non fossero vicine alla mia realtà. L’unica chiesa in cui i miei potevano portarmi senza che io mi annoiassi, era quella della parrocchia Maria Ss. Ausiliatrice. Lì mi conoscevano tutti in quanto i miei genitori sono degli ex animatori: si respirava proprio un’aria di famiglia. Il clima salesiano e lo spirito giovanile mi avevano pervaso, tanto da farmi sentire a casa. Trovandomi molto bene decisi di frequentare il Grest e da lì, grazie agli animatori, che furono per me dei modelli, riuscii a crescere spiritualmente e a coronare il mio sogno: diventare animatrice. Ciò mi permise di vedere numerose realtà e di saperle guardare senza pregiudizio. Inoltre mi ha permesso fino ad adesso di vivere esperienze meravigliose in cui ho potuto conoscere ragazzi provenienti da tutta Sicilia che vivevano la mia stessa realtà oratoriana. Tutto questo grazie al mio incontro con lui, don Bosco.

Sofia Sardo, 16 anni

Per me incontrare don Bosco e l’oratorio ha significato molto, la mia vita è completamente cambiata. In quell’ambiente ho conosciuti i miei più grandi amici, le mie passioni, le persone a cui voglio più bene, lì ho incontrato la mia seconda famiglia di cui ormai non posso fare a meno. Prima che don Bosco entrasse nella mia vita mi sentivo perso, non sapevo chi fossi e non sentivo che Dio avesse un compito anche per me, adesso invece sto cominciando a capire chi sono e passo dopo passo sto capendo che cosa ha Dio in serbo per me, anche se la strada è ancora lunga. Non smetterò mai di essere grato a don Bosco per tutto quello che mi ha dato e continuerò a dedicarmi all’oratorio e ai ragazzi fin quando potrò, non per obbligo ma per amore e spirito di servizio.

Gabriele Clemente, 19 anni

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