1093 Istituzione della Diocesi di Mazara da parte del Gran Conte Ruggero d’Altavilla. I confini assegnati nel diploma ruggeriano sono vastissimi: dalla foce del Belice, alla cava sotto Corleone, sino alla località allora chiamata Zineth, e da qui a Iato, Sagana e ai monti intorno a Carini, nelle vicinanze di Palermo (Sferracavallo), sino ad affacciarsi sul mar Tirreno. La diocesi di Mazara abbracciava, pertanto, l’attuale provincia di Trapani e parte di quella di Palermo.
1100 Papa Pasquale, con bolla pontificia del 15 ottobre 1100, riconosce canonicamente l’istituzione della Diocesi con tutti i confini e le pertinenze stabilite dal diploma ruggeriano.
1169 I Capitoli delle cattedrali di Mazara e di Agrigento firmano un patto di unione e di fratellanza. Tale patto viene rinnovato con atto notarile il 29 marzo 1683 (atti del notaro Carlo Catanzaro).
1176 Il vescovo Tustino, consensiente il Capitolo, cede all’abate Teobaldo, vescovo di Monreale, i terreni di Giato e di Calatrasi, casali abitati da saraceni e non facilmente accessibili.
1224 Il beato Angelo da Rieti, compagno di San Francesco d’Assisi, fonda a Mazara un convento di Frati minori. La città diventa la sede della provincia minorita francescana della Sicilia occidentale.
1457 Il cardinale Giovanni Bessarione, vescovo di Mazara, in seguito alla vittoria dei cristiani sugli arabi alle porte di Belgrado, dona alla Cattedrale una preziosa icone raffigurante la Trasfigurazione di Gesù sul Tabor. Tale raffigurazione diventa il simbolo e il titolo della Cattedrale.
1465 Il re Giovanni concede al vescovo di Mazara, Giovanni Burgio, il “Mero e misto imperio” sulle terre del casale Bizir (o casale del vescovo), feudo della Chiesa mazarese.
1562 Il vescovo Giacomo Lomellino partecipa al concilio di Trento. Esperto in Diritto Canonico, dai padri conciliari riceve l’incarico di redigere i canoni relativi alla dottrina sul matrimonio.
1575 Il vescovo Antonio Lombardo celebra il primo sinodo post–tridentino. Vengono pubblicate le prime costituzioni della Chiesa mazarese nell’età moderna.
1584 Il vescovo Bernardo Gash, dopo la celebrazione del secondo sinodo diocesano, con bolla vescovile istituisce il Seminario diocesano. Viene scelta come sede la Chiesa di Sant’Egidio il vecchio e i locali annessi. Il Seminario vescovile di Mazara risulta cronologicamente il terzo della Sicilia, dopo quello di Catania e Siracusa.
1606 Il vescovo Marco La Cava celebra il terzo sinodo della Chiesa di Mazara nel quale si emanano chiare disposizioni sulla vita dei chierici, sui chierici “vagantes” e sull’ordinazione dei minoriti.
1614 Il 28 agosto i giurati della città, col consenso dell’intera popolazione, proclamano San Vito compatrono della città, accanto al SS. Salvatore, a cui il Gran Conte Ruggero aveva dedicato la Cattedrale. La deliberazione viene approvata dal vescovo Marco La Cava l’8 settembre dello stesso anno.
1641 Il cardinale Giovanni Domenico Spinola indice il quinto sinodo della Chiesa di Mazara per restaurare la disciplina ecclesiastica, reprimere gli abusi e incrementare la dottrina cristiana. Gli atti sinodali risultarono un capolavoro giuridico e a essi faranno riferimento i vescovi di Mazara nei successivi sinodi diocesani.
1689 Il vescovo Francesco Maria Graffeo, durante l’ottavo sinodo, affronta il problema della ricostruzione della Cattedrale, ormai fatiscente. Il 18 giugno 1690 si ha la posa della pietra auspicale, che viene riposta su una lamina d’oro del costo di trecento scudi. Il progetto di trasformazione viene redatto dall’architetto trapanese Pietro Castro e del capomastro Pietro Schifano. Durante i lavori del successivo sinodo, nel 1694, il vescovo poté presentare alla Diocesi la nuova Cattedrale, simbolo della rinascita spirituale della Chiesa.
1711 Il vescovo Bartolomeo Castelli, dopo la celebrazione del sinodo, matura l’idea di costruire un nuovo seminario per i chierici nella piazza maggiore della città tra il palazzo vescovile e la Cattedrale. È l’era aurea della Diocesi, che riesce a realizzare insigni monumenti, che sfideranno i secoli. La Diocesi è retta da un vescovo santo, che gode immensa stima e prestigio anche tra l’episcopato siculo. In questo tempo il Castelli si reca a Roma per contribuire a sanare il forte dissidio tra la regia monarchia e la Santa Sede.
1797 La sera del 3 novembre nella Casa Santa in Mazara, nella cappella detta “del Paradiso”, l’immagine della Madonna ripetutamente abbassa gli occhi sui presenti. Il miracolo si ripete varie volte nella Cattedrale, presenti il vescovo, il clero e una moltitudine di fedeli. Dopo un regolare processo canonico, l’immagine sacra viene incoronata dal Capitolo Vaticano nel 1803 con corona aurea, mentre Giovanni XXIII, con bolla del 10 marzo 1962, proclama la Madonna del Paradiso “compatrona della Diocesi insieme ai santi Vito, Modesto e Crescenza”.
1844 Nel corso dell’anno la Diocesi subisce un duplice smembramento: col primo, in forza della bolla pontificia “In suprema militantis Ecclesiae” di Gregorio XVI del 20 maggio 1844, vengono aggregati all’arcidiocesi di Monreale i comuni di Borgetto, Capaci, Carini, Partinico, Terrasini, Balestrate, Torretta, Valguarnera Ragalì; successivamente con la bolla pontificia “Ut animarum pastores” del 21 maggio 1844, vengono smembrati dalla Diocesi i comuni di Trapani, Erice, Paceco, San Lorenzo (Xitta) e le isole di Pantelleria, Favignana, Levanzo e Marettimo, che costituiscono la nuova diocesi di Trapani.
1943 Concluso l’armistizio tra l’Italia e le forze alleate, il vescovo Salvatore Ballo inizia l’opera di ricostruzione morale e civile della Diocesi. Istituisce scuole parrocchiali di ogni ordine e grado nei vari centri della Diocesi per una cultura a servizio della libertà e della riscoperta della dignità della persona umana.
1950 La Diocesi subisce ancora un ulteriore smembramento. Vengono aggregati alla Diocesi di Trapani, in esecuzione del decreto della Sacra Congregazione Concistoriale del 24 settembre, altri tre comuni: Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi, mentre l’isola di Pantelleria viene trasferita da Trapani alla Diocesi madre di Mazara del Vallo.
1968 Un rovinoso terremoto nella notte tra il 14 e il 15 gennaio sconvolge la Valle del Belice. Sono distrutti i paesi di Gibellina, Salaparuta, Poggioreale e Santa Ninfa; gravissimi danni subiscono i comuni di Partanna e Salemi; restano inagibili varie zone degli altri centri abitati. L’opera di ricostruzione lunga e complessa comporta anche problemi di ordine pastorale.
1980 L’Episcopato siciliano, riunito a Mazara del Vallo per i lavori della Conferenza Episcopale Siciliana, partecipa ai festeggiamenti per la riapertura al culto della Cattedrale, chiusa nel 1973 per i lavori di consolidamento e restauro dovuti ai danni procurati dal sisma del 1968. Il Santo Padre conferisce alla Cattedrale il titolo di Basilica pontificia minore.
1990 Il vescovo Emanuele Catarinicchia, il 1° dicembre 1990, indice il XV sinodo della Chiesa mazarese, il primo dopo il Concilio Vaticano II.
La Chiesa di Mazara del Vallo è chiamata a interrogarsi su evangelizzazione, liturgia e carità. Scopo del sinodo è preparare la Chiesa alle istanze che provengono dalla società alle soglie del terzo millennio della cristianità.
1993 La Chiesa di Mazara del Vallo celebra i novecento anni dalla sua istituzione. Giovanni Paolo II, nell’ambito delle celebrazioni centenarie, indice per la Chiesa di Mazara del Vallo un anno giubilare straordinario. Il pontefice, l’8 maggio, visita Mazara del Vallo, accolto da una immensa folla, convenuta da tutta la Diocesi.
1995 La Chiesa di Mazara del Vallo celebra il XV sinodo. Le varie sessioni di lavoro si tengono nella chiesa di Santa Veneranda, mentre l’inaugurazione e la conclusione sono celebrate nella Basilica Cattedrale. Le costituzioni sinodali entrano in vigore il 1° gennaio 1996.
1998 La Chiesa di Mazara del Vallo si unisce in gemellaggio pastorale con la Diocesi di Tunisi.
2000 Nell’anno giubilare per l’inizio del terzo millennio dell’era cristiana è riaperta al culto la Basilica Cattedrale. L’Istituto di Storia della Chiesa di Mazara del Vallo pubblica il volume: “ Il Giubileo e la Chiesa di Mazara”.
2002 Giovanni Paolo II accetta le dimissioni del vescovo mons. Emanuele Catarinicchia a norma del can. 401§ 1 e nomina vescovo di Mazara del Vallo mons. Calogero La Piana, sacerdote salesiano.
2007 A seguito della nomina di mons. La Piana ad arcivescovo di Messina, il 22 febbraio 2007 viene nominato nuovo vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo mons. Domenico Mogavero, sacerdote dell’Arcidiocesi di Palermo. Ordinato vescovo nella Cattedrale di Palermo il 24 marzo 2007 dal Card. Camillo Ruini, inizia il ministero pastorale il 1° aprile 2007, Domenica delle Palme, quale 80° vescovo della Chiesa mazarese.