[IMMACOLATA] Dogma mariano nella luce di Cristo

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La liturgia, la letteratura e la tradizione orientale amano rivolgersi e invocare la Madre di Gesù con il titolo di Tutta Santa, Panaghìa. Fin da subito le prime comunità cristiane intuirono che il peccato dei nostri progenitori Adamo ed Eva non intaccò Colei che ha concepito il “Santo” e “Figlio di Dio” (Lc 1,35). In vista della sua compartecipazione alla nuova economia della salvezza, Ella mantenne la vocazione originale del genere umano, espressa da San Paolo in questi termini: «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4-6).

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Tale santità, riconosciuta dal sensus fidelium, portò l’Occidente a indagare più approfonditamente se Maria fosse stata toccata o meno dal peccato originale. La disputa raggiunse durante il Medioevo momenti di forte scontro, che trovò una soluzione nella tesi del teologo francescano Duns Scoto che affermò che Maria fu preservata dalla grazia di Cristo in maniera anticipata rispetto al sacrificio redentivo del Salvatore attuato sulla Croce per tutto il genere umano. La quaestio venne definita dogmaticamente come verità di fede divinamente rivelata da Pio IX nel 1854 con la Bolla Ineffabilis Deus.

L’imminente solennità dell’8 dicembre ci chiede di fare chiarezza. Infatti, sono tanti i fedeli che fanno confusione e reali sono le difficoltà nella comprensione di questo mistero di fede. L’immacolato concepimento spesso viene confuso con il concepimento verginale di Gesù o con la verginità di Maria. Il dogma dell’Immacolata Concezione ci dice che la Vergine Maria fu concepita nel grembo della madre Sant’Anna senza peccato originale, dal quale fu preservata immune in virtù e in vista dei meriti futuri del suo Figlio, Redentore dell’umanità. In tal senso Maria risulta essere la primizia o la primogenita della redenzione attuata da suo Figlio ante praevisa merita. Già nella sua predestinazione, con il mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio (cfr LG 61), fu scelta e voluta da Dio tutta pura e libera da ogni macchia di peccato. Maria non fu mai soggetta al peccato di origine che contraggono tutti i figli di Adamo: fin dal primo istante del suo concepimento venne preservata e ornata in modo del tutto speciale dalla grazia di Dio, non per sè stessa, ma perché attraverso di lei Dio potesse operare la redenzione del genere umano.

Tale affermazione dottrinale fu ripresa dal Vaticano II nel capitolo VIII della Costituzione dogmatica sulla Chiesa: «Adornata fin dal suo primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare, la Vergine di Nazaret è, per ordine di Dio, salutata dall’angelo nunziante quale “piena di grazia”» (LG 56). «Infine, l’Immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale» (LG 59). Dinanzi alla Tutta Santa la Chiesa contempla l’infinita misericordia del Dio Uno e Trino verso l’intera umanità. La redenzione operata gratuitamente da Cristo a favore di tutti gli uomini si sintetizza e si raccorda nella persona di Maria fin dal suo concepimento. Maria, concepita senza peccato, confessa la grazia di Dio sempre operante e non l’autosalvezza. Dunque, l’immacolato concepimento non dice che Maria non ha avuto bisogno di essere salvata al pari di tutti gli uomini; al contrario, proclama l’incomparabile dono di essere stata graziata da Dio a beneficio di tutti gli uomini e di tutte le donne di ogni tempo.

don Daniele Donato per Condividere

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