Sabato 8 e domenica 9 luglio, in comunione con la Chiesa italiana, la Conferenza Episcopale Italiana, la Fondazione Migrantes e le tante Chiese locali che ricordano e celebrano il 10° anniversario del viaggio di Papa Francesco a Lampedusa (suo primo viaggio a 4 mesi dalla sua elezione), commemoriamo le vittime dei naufragi e delle persone non soccorse in mare, che da anni continuano a morire nel mare Mediterraneo. Papa Francesco disse a Lampedusa: «Ho sentito che dovevo venire qui oggi a compiere un gesto di vicinanza (…) Chi è il responsabile di questo sangue? (…) Ci siamo abituati alle sofferenze dell’altro, del fratello, non ci interessa (…) Chi ha pianto?» (Omelia Papa Francesco, Lampedusa, 8 luglio 2013).
Sento come persona, come credente, consacrata e come membro di questa Chiesa diocesana, con la benedizione del nostro Vescovo Angelo, di unirci nel ricordare questi fratelli e di proporre a tutti, sacerdoti, parroci, vicari foranei, diaconi, religiosi e religiose, laici membri delle comunità parrocchiali, delle aggregazioni laicali e movimenti, un gesto di vicinanza verso i nostri fratelli che migrando dai loro Paesi hanno trovato la morte nel Mediterraneo.
Condivido delle proposte con le quali possiamo sentirci in comunione attraverso dei segni concreti: ricordare nella preghiera eucaristica delle celebrazioni di sabato 8 e domenica 9 luglio i migranti vittime in mare; formulare una preghiera dei fedeli appropriata; formulare un atto penitenziale con una richiesta di perdono verso i fratelli migranti; nello spazio dell’omelia ricordare l’evento di Lampedusa e i fratelli migranti vittime in mare; nei gruppi ecclesiali che condividono momenti di fede insieme, fare un minuto di silenzio per ricordare queste persone migranti che hanno perso la vita in mare o una preghiera.
Sono semplici gesti che possono creare prossimità verso fratelli, famiglie e popoli che soffrono, gesti che dicono sinodalità, cioè un camminare con fratelli più fragili e vittime e che ci mettono in comunione di fede in terra e con il cielo. La vicinanza e la tenerezza del Padre hanno la nostra umanità per rivelarsi.
Suor Alessandra Martin
Direttore dell’Ufficio diocesano migrazioni e mobilità umana
(con la collaborazione della Commissione diocesana dell’Ufficio migrazioni)
