Ai primi di febbraio l’argomento principale di discussione era il ritiro di Bugo dal palco del Festival di Sanremo. Nessuno di noi avrebbe mai potuto prevedere che da lì a poco la nostra vita sarebbe stata totalmente stravolta da un evento così tragico e nuovo come la pandemia da Covid-19, che ci ha investiti in breve come un treno in corsa mettendo in crisi la nostra società e il nostro sistema sanitario, nonchè le nostre certezze.

Da tre anni dirigo l’Unità Operativa Complessa di Radiologia dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala. Avevo affrontato le difficoltà tipiche dei nostri ospedali (carenza di personale o di risorse), ma nel marzo 2020, come tutti i colleghi italiani, mi sono trovato ad affrontare, insieme a tutto il personale del nosocomio, una situazione assolutamente nuova, un nemico invisibile, sconosciuto e famigerato. In breve tempo ho assistito allo smantellamento del nostro presidio ospedaliero e la sua trasformazione in Covid hospital. Il compito a cui tutti noi siamo stati chiamati non è stato facile da affrontare e fondamentale è stata la collaborazione di tutto il personale della mia Unità che ringrazio giornalmente e che con abnegazione e coraggio, attraverso sacrifici e un costante confronto, ha permesso la riorganizzazione totale del nostro reparto, riuscendo a tracciare nuovi percorsi e nuove linee guida che garantissero la massima sicurezza sia dei pazienti che del personale in servizio e il massimo livello qualitativo delle prestazioni, ognuno conscio delle proprie responsabilità verso la città, la nostra Asp Trapani, le nostre famiglie e noi stessi.
A un tratto ci siamo ritrovati in una situazione surreale con misure igienico-sanitarie rigidissime, nessun accompagnatore ammesso, contatti con pazienti e colleghi ridotti al minimo, dispositivi di protezione individuali razionati, ma tutti uniti con un ammirevole spirito di sacrificio volto a sconfiggere il Covid-19 e tornare sani a casa dalle nostre famiglie, che mai avremmo voluto contagiare. Tutto è stato riprogrammato e riorganizzato, dalla vestizione, procedura da eseguire con calma e meticolosità, (perchè oltre a proteggere sè stessi, si pensa sempre ai propri familiari), all’esecuzione tecnica degli esami radiologici. Come poter dimenticare le immagini dei visi segnati dalle mascherine? Come dimenticare il volto sofferente e impaurito dei pazienti affamati d’aria, l’obbligo di essere coraggiosi e dare coraggio, ognuno di noi con i nostri incubi, timori e le nostre speranze? Nella prima ondata primaverile i numeri sono stati clementi in Sicilia e addirittura Trapani è stata la prima provincia italiana Covid free.
Forse avremmo dovuto sfruttare meglio questo vantaggio nei mesi estivi e invece, sacrificando la salute sull’altare del dio denaro, a ottobre ci siamo trovati ancora in emergenza con l’ospedale nuovamente riconvertito, stavolta con un numero di pazienti positivi e sofferenti molto superiore. Fortunatamente sulla scorta delle esperienze della prima ondata, la riconversione dei reparti è stata quasi automatica, ma non indolore e ancora siamo in trincea. Personalmente come responsabile del mio reparto ho sentito e sento ancora molto il peso della responsabilità nei confronti del personale e dei pazienti; come medico sono fiero del mio lavoro e di avere contribuito attivamente a combattere questa guerra che tutti ci auguriamo di vincere al più presto.
Rino Urso per Condividere
(Direttore UOC Radiologia ospedale “Paolo Borsellino”, Marsala)