Chi guida un automezzo conosce un cartello denominato “inversione a U”. Tale formulazione nel linguaggio corrente potrebbe essere trascritta così: ritorna sui tuoi passi. Mi sembrerebbe questo uno slogan espressivo per scandire il tempo sacro della Quaresima, che inizia oggi, mercoledì delle Ceneri, con la celebrazione appunto del rito di benedizione e imposizione delle ceneri. Tutti, infatti, abbiamo bisogno di conversione, di ritornare sui passi che hanno segnato il nostro itinerario di sequela del Signore Gesù. Chi più chi meno abbiamo bisogno di riprendere un cammino che ha perso prospettive, motivazioni, entusiasmi, retta intenzione.
Negli altri periodi dell’anno la ricerca della direzione giusta non è favorita dai contesti nei quali ci si trova a vivere; mentre in queste settimane risulta quasi naturale e spontaneo rientrare in se stessi per fare ordine. Papa Francesco ce lo ricorda: «la Quaresima è un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte. E sempre questo tempo ci rivolge un forte invito alla conversione: il cristiano è chiamato a tornare a Dio ”con tutto il cuore” (Gl 2,12)» (Messaggio per la Quaresima 2017).
Questa visione del tempo quaresimale dà un carattere suggestivo a giorni che nell’immaginario collettivo rischiano di avere una tonalità plumbea, come il colore delle ceneri che ci vengono imposte sul capo. E invece è il tempo della riscoperta dell’amore di Dio, riservato a coloro che sanno approfittare e valorizzare l’opportunità del ritorno a lui attraverso il pentimento e la conversione. Il binario su cui scorre questo tracciato è composto dal ringiovanimento del cuore e dalla purificazione delle opere.
Scrive il Papa San Clemente I, parafrasando parole anticotestamentarie del Padre celeste: «basta che vi convertiate di tutto cuore e mi chiamiate “Padre”, e io vi tratterò come un popolo santo ed esaudirò la vostra preghiera» (Lettera ai Corinzi). Il ringiovanimento del cuore ridà vitalità al nostro rapporto con Dio, riscoperto e riamato come Padre, pronto non all’ira e al castigo, ma al perdono e all’abbraccio.
Le opere devono rappresentare la traduzione concreta che sgorga da un cuore nuovo, che si è liberato dalle incrostazioni che lo hanno indurito e reso insensibile. Schematicamente queste sono le opere di misericordia, che ciascuno sa come attuare nelle diverse espressioni della sua vita e delle sue relazioni, senza disdegnare il digiuno, la preghiera e l’elemosina, opere penitenziali tipiche del tempo quaresimale.
La Quaresima, allora, deve portare alla purificazione delle relazioni, riscoprendone la bellezza nella verità e ridando alle nostre comunità la connotazione di popolo adunato nel nome della Santa Trinità, che svela nel tempo il volto del Signore, crocifisso, morto e risorto. Percorrendo il deserto della vita, esperienza austera e creativa, piena di insidie e di tentazioni, ci avvicineremo così gradualmente al cuore del mistero pasquale per gustare in pienezza, da riconciliati, la gioia della Pasqua attraverso la via della bellezza del cuore, del corpo, del prossimo, della fede, della conversione, del perdono ricevuto e donato.
Domenico, Vescovo