Grani di Vangelo/10

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Liberati per la libertà (cfr Gal 5,1); liberati da una morte che distrugge la morte e genera la pienezza di vita della Pasqua. Per grazia, non più schiavi, ma figli ed eredi (cfr Gal 4,7). Gli uomini però scelgono la più agevole via della schiavitù: rimpiangono le cipolle d’Egitto, pasto dei servi, e disdegnano il dono della manna, il cibo che Dio offre ai salvati (cfr Num 11,5- 6); rinnegano il Signore, che li strappa dalla miseria e dalla sofferenza patita in terra straniera, e si fabbricano un vitello di metallo fuso, proclamando colpevoli menzogne: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto” (Es 32,4). E sacrificano ai Ba،alîm, a false divinità (cfr Os 2,4-15). È il peccato d’Israele, il peccato dei Galati, il nostro peccato. Più semplice si rivela possedere una lista di precetti da osservare: giorni, mesi, stagioni e anni, deboli e miserabili elementi cui servire (cfr Gal 4,9-10), che acquetano la nostra coscienza e ci creano l’illusione di essere, da bravi cristiani, a posto con Dio.

Ma nel cuore serviamo il Signore o Ba،al? La nostra preghiera è lode al Cristo o autocelebrazione di una fede vuota, che non ci converte a quel Dio che ci ha “conosciuto”, prima di formarci nel grembo materno (cfr Ger 1,5a), in una tenera relazione d’amore? Non sa che farsene il Signore di feste, noviluni e sabati (cfr Sal 50,8-13), dell’esterna e superficiale osservanza di regole che non giustifica ma imprigiona. Dure e categoriche le parole di Paolo: “Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella Legge; siete decaduti dalla grazia” (Gal 5,4). È giunto il tempo della “circoncisione” del cuore (cfr Rom 2,28-29), dove dimora lo Spirito del Figlio di Dio che grida “Abbà! Padre!” (cfr Gal 4,6). Se apriamo le braccia all’accoglienza del Vangelo potremo attendere, per lo Spirito e in forza della fede, il perdono e la grazia, “perché in Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità (Gal 5,6).

Erina Ferlito per Condividere

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