Riproponiamo qui il servizio pubblicato mercoledì scorso, a firma di Lorena Leonardi, su L’Osservatorio Romano, sul pellegrinaggio della nostra Diocesi a Roma per il Giubileo 2025.
«Stiamo respirando aria di fratellanza, sentiamo la gioia di questi bambini che gridano al Papa: qui, oggi, in Aula Paolo VI, c’è il popolo che Dio unisce». Trema la voce di Maria Teresa Scimemi, 60 anni, commercialista, a pochi minuti dall’incontro con Papa Francesco, momento culmine del pellegrinaggio giubilare che l’ha portata a Roma da lunedì 3 febbraio con la diocesi siciliana di Mazara del Vallo. Tre giorni di cammino e fede, con oltre 60 fedeli guidati dal vescovo Angelo Giurdanella e cinque sacerdoti, in giro per le basiliche papali maggiori e altri luoghi significativi.
«Quando ero a San Paolo fuori le Mura per attraversare la prima delle quattro Porte Sante non sono riuscita a trattenere le lacrime», racconta impressionata dalla storia dell’apostolo delle Genti, la cui conversione «colpisce sempre i cuori». Maria Teresa sta attraversando «un periodo particolare» per la recente morte del marito, evento che l’ha avvicinata «a Dio e alla fede» portandola a frequentare quotidianamente la parrocchia mazarese della Madonna del Paradiso. L’auspicio della donna, che è madre di due ragazze, è di un «futuro migliore» e di «conversione soprattutto da parte dei giovani».
Dopo una vita al fianco di ragazzi e ragazze, è in pellegrinaggio con due amiche Alba Vita Bongiorno, 68 anni, insegnante in pensione, impegnata nel gruppo di lettori di una parrocchia di Marsala. Partita con l’intento di approfondire un percorso di «riflessione interiore e preghiera», Alba non dimenticherà, nella basilica di Santa Maria Maggiore, l’icona della Salus Populi Romani: «Guardandola — confida — ho sentito tutto l’amore della Madre verso i suoi figli». È animato dal desiderio di «essere sempre in grazia del Signore» il 67enne Ettore Maria Paladino, impiegato in una azienda di rifiuti e socio promotore della fondazione Francesco d’Assisi di Marsala, attiva in iniziative di solidarietà. Si dice affascinato dalla visita alla tomba di san Filippo Neri, figura «di una attualità disarmante: sono consapevole che tornando nella mia terra mi dovrò impegnare, con l’aiuto di Dio, a instillare gocce di speranza in ognuno che incontrerò».
Il pellegrinaggio giubilare si inserisce in uno sforzo generale della Diocesi a «ricentrarsi sulla Parola di Dio» per rispondere alle «più impellenti sfide del nostro tempo», spiega il vescovo Giurdanella. Con questo obiettivo nelle parrocchie sono stati programmati incontri con Lectio divina e, nell’ambito di un cammino sinodale sempre più intenso, viene incentivata una «sempre maggiore sinergia tra associazioni caritative ed enti ecclesiastici». Due le direttrici tracciate, «il rilancio della pastorale giovanile vocazionale e familiare e l’educazione a una cultura di pace e giustizia capace di contrastare la sopraffazione e insegnare ad amare il prossimo». Il cammino giubilare che termina domani, conclude il pastore, non solo «ci invita ad aprire le porte del cuore a Cristo», ma «ci chiama a essere “cercatori di speranza”, uomini che anelano alla pace e generano la pace, da veri discepoli di Gesù».
Lorena Leonardi (L’Osservatore Romano)