Il suo idolo è Cristiano Ronaldo e sogna un giorno di diventare come lui. I primi passi di una possibile carriera li ha mossi a Marsala, con l’Asd “Citt. di Marsala”, la squadra di calcio a cinque dove è un attaccante modello. Andando a ritroso nella vita di Lamin Sabally, originario del Gambia, oggi diciannovenne, c’è l’inferno che lui a fatica racconta. Una storia come tante altre che portano con sé i migranti che in questi anni hanno navigato il mare Mediterraneo con la speranza di trovare una vita migliore. E non è il solito racconto fatto per suscitare pietismo: ogni storia è una vita a sè. Come quella di Lamin che oggi vive nel centro “Libeccio” di Marsala. Il Tribunale dei minori di Palermo, in via eccezionale, lo ha autorizzato sino al 2021 a rimanere nella struttura per minori non accompagnati con una misura rieducativa per il buon comportamento.

«In Gambia ho perso mia mamma quando avevo 4 anni – racconta – poi ho vissuto con i miei fratelli e mio papà che nel frattempo si è risposato. Lì studiavo ma, a causa dei rapporti non felici con la sua seconda moglie, ho dovuto interrompere gli studi». Da quel momento Lamin Sabally ha deciso di andar via dal suo Paese, seppur minorenne. Il suo lungo viaggio è iniziato dal Senegal, dove ha vissuto per 4 mesi, poi nel Mali, in Niger e l’approdo – come la maggior parte di chi fugge dall’Africa subsahariana – in Libia. «Ho lavorato quattro mesi in un piccolo negozio poi, senza nessun motivo, insieme ad altri miei connazionali sono finito in prigione per cinque mesi» racconta.

L’inferno Libia è quello che lo ha segnato profondamente per poi sperare in una vita migliore. «Siamo stati per mare tre giorni, poi ci hanno salvati e siamo approdati a Messina». La Sicilia per Lamin Sabally è stata terra d’approdo e di salvezza. Prima l’hotspot di Messina, poi Camporeale e, infine, Marsala. Nella città lilibetana Lamin ha ritrovato la voglia di rimettersi sui libri, stavolta d’italiano. Ha preso la licenzia media e ora frequenta l’Istituto professionale “F. Cosentino”. Il calcio, la sua passione, ha iniziato a praticarlo grazie all’Asd “Citt. di Marsala”. In campo, così come sui libri, si distingue. «Andar via dalla Sicilia? No, vorrei rimanere qui, dove ho riscoperto di vivere una nuova vita mettendo le basi per un vero futuro migliore per me».
Max Firreri