[CORONAVIRUS] La famiglia Chiesa domestica, la preghiera tra le mura di casa

0

Siamo sicuri che il ricordo di quella seconda domenica di marzo 2020 rimarrà indelebile per moltissimo tempo nella mente di tanti fedeli. Il realizzare concretamente di non potere andare a messa, di non poter ricevere Gesù Eucarestia, di non potere incontrare la Comunità parrocchiale e che tutto questo forse non potevamo farlo per un lungo periodo di tempo, ci ha fatto provare un senso di vuoto e un’enorme tristezza. Con la preghiera abbiamo chiesto al Signore di farci riscoprire il nostro sacerdozio battesimale e di sollecitare ancor più il nostro Sacramento nuziale.

Così, davanti a un piccolo altare ricreato sul tavolino del salotto, abbiamo assistito a una celebrazione eucaristica via internet. Di lì a breve abbiamo saputo che tante famiglie si erano organizzate come noi. I giorni a seguire sono stati giorni di gioiosa cronaca di quei momenti vissuti cercando di fare memoria di quanto si faceva la domenica in chiesa: l’offertorio si era trasformato in un cesto in cui ogni membro della famiglia doveva giornalmente porre, prima del pranzo, qualcosa da dare alle famiglie bisognose; il segno della pace nel chiedere prima scusa e poi abbracciare chi si era fatto arrabbiare. Piccoli gesti che diventavano a poco a poco prassi, riti quotidiani dove si percepiva la presenza viva del Signore che fa riscoprire la casa come luogo di fede e di celebrazione.

A casa di Mario e Lucia l’assistere all’adorazione eucaristica, celebrata per la pandemia, da un emozionato Papa Francesco e l’inginocchiarsi nella propria casa insieme ai figli davanti a “quel” Santissimo lo ha reso presente e vivo come mai prima di allora. Per la domenica delle Palme, Cinzia insieme alle figlie ha dipinto di argento i ramoscelli di ulivo; sapeva che non potevano essere benedetti, ma li ha voluti preparare ugualmente perché per lei quest’anno rappresentavano l’entrata di Gesù nella sua famiglia. Nella Settimana Santa, il Giovedì Santo si è fatta memoria della “lavanda dei piedi”: dove c’erano figli piccoli i vari gesti sono stati accompagnati da tanti “perchè?” e risate; dove i figli erano più grandi da commozione e lacrime. Margherita racconta che l’essere stata protagonista della lavanda dei piedi per lei ha rappresentato una grazia ricevuta perchè di solito era un privilegio riservato ai soli uomini. Il “cuore” del pranzo di Pasqua è stato il pane azzimo, preparato in casa il giorno prima, segno della presenza di Gesù Eucarestia.

Per non perdere il senso di Chiesa come comunità che si incontra, tanti hanno organizzati incontri di preghiera in web. In queste esperienze famigliari, il Vescovo e i parroci non hanno mai fatto mancare la loro guida e presenza amica: dal trasmettere le celebrazioni via web a tutte le ore dei giorni feriali e festivi, al fornire sussidi, al dare indicazioni su cosa si poteva ricreare in casa e come. Le belle pratiche che in questo periodo hanno vissuto le famiglie ci dimostrano che la famiglia diventa “chiesa domestica” nella maniera in cui noi permettiamo al Signore di abitare le nostre case. Confidiamo sul fatto che tutto questo abbia una continuità una volta superata l’emergenza.

Giusy e Roberto Palmeri
coppia coordinatrice Ufficio per la Pastorale della famiglia

© RIPRODUZIONE VIETATA

Scrivi una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here