LA RIFLESSIONE/Il volontario testimone di solidarietà umana

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Si parla tanto di volontariato e molti lo fanno in maniera distorta e secondo il fine e l’utilizzo che si pensa di farne. Esso è un’attività nobile, antica e che merita una giusta collocazione all’interno di una comunità e delle relazioni che vi si sviluppano. Innanzitutto bisogna dire che il volontariato è un servizio libero e gratuito svolta per ragioni di solidarietà e di giustizia sociale. Può essere rivolto a persone in difficoltà (bambini, disabili, anziani, persone emarginate, i cosiddetti ultimi), alla tutela e valorizzazione dell’ambiente (territorio e patrimonio storico culturale) e a promuovere la cultura della solidarietà. Nasce dalla spontanea volontà delle persone, di fronte a problemi non risolti o non affrontati dallo Stato, dalle istituzioni, dal mercato. Per questo il volontariato si inserisce nel Terzo settore insieme ad altre organizzazioni che non rispondono alle logiche del profitto o del “diritto pubblico”, considerate e riconosciute senza scopo di lucro (onlus). Il volontario è la persona che, in modo spontaneo, si rende disponibile al servizio gratuito e disinteressato alle persone o a comunità, dedicando tempo, professionalità e passione. Quindi, essere volontario implica una libera dedizione del proprio tempo e delle proprie risorse in favore di chi, da solo, non sarebbe in grado di riuscire nella vita. Caratteristica del volontariato è l’anteporre il benessere collettivo al massimo profitto individuale senza lasciare nessuno sotto il livello di sussistenza.

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Vito Puccio (al centro) con Santo Spagnolo e Nino Mantineo.

Il volontariato è sempre una testimonianza di solidarietà umana; è l’espressione della volontà di una o più persone di rendersi disponibili per aiutare chi è in difficoltà. La dimensione sociale del volontariato consiste nel rappresentare e promuovere il bene comune delle persone deboli, sfruttate e abbandonate. Il volontariato, come soggetto socio-politico, è in grado e dovrebbe influire laddove si fanno le scelte più importanti per il Paese; perché i poveri, i bisognosi, le persone in difficoltà (oggi e domani) non siano dimenticate, ma al contrario rappresentino una priorità nell’organizzazione sociale. Il volontariato mira al superamento del concetto economico di giustizia commutativa, basato sull’asettico principio dello scambio equilibrato (valore contro valore) reciprocamente vantaggioso, per rilanciare il riconoscimento dell’interesse generale e antropologico, direttamente percepito dai singoli membri della collettività. Rinunziando, almeno in parte, a godere di possibili vantaggi individuali, si possono superare alcune disuguaglianze a vantaggio dei soggetti più deboli non sempre facilmente individuabili. Le strutture che operano nel volontariato devono conoscere, perciò, la comunità e il territorio.

Vito Puccio per Condividere
presidente del Comitato di gestione del fondo speciale per il volontariato in Sicilia (Co.Ge. Sicilia)

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