Il Territorio

Il territorio della Diocesi di Mazara del Vallo è formato da 13 comuni:

Campobello di Mazara
Castelvetrano
Gibellina
Marsala
Mazara del Vallo
Isola di Pantelleria
Partanna
Petrosino
Poggioreale
Salaparuta
Salemi
Santa Ninfa
Vita

TP2ep

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA POPOLAZIONE

La popolazione complessiva è di 250 mila abitanti.

COME RAGGIUNGERE I PAESI DELLA DIOCESI

Tutti i comuni della Diocesi fruiscono di buone vie di comunicazione e sono facilmente raggiungibili da:

A29 PALERMO-MAZARA DEL VALLO: è l’asse viario di riferimento che collega il capoluogo di regione con il territorio della Diocesi. Non si paga il pedaggio.
SS115 TRAPANI-SIRACUSA: è la strada statale che collega alcuni dei centri della Diocesi: Marsala, Mazara del Vallo, Castelvetrano, Campobello di Mazara.
AEROPORTO FALCONE-BORSELLINO DI PALERMO: Si trova a 100 km ed è collegato con l’autostrada A29. L’aeroporto è servito dalle più importanti compagnie aeree italiane ed europee.
AEROPORTO VINCENZO FLORIO DI TRAPANI-BIRGI: Si trova a poche decine di chilometri dal centro di Marsala. L’aeroporto è servito, principalmente, dai voli della compagnia Ryanair. Da Trapani (così come da Palermo) si può raggiungere l’isola di Pantelleria con la compagnia Darwin Airlines.
TRENITALIA: Alcuni dei paesi della Diocesi sono serviti anche dalla rete ferroviaria Trenitalia sull’asse Palermo-Trapani (via Castelvetrano). Le stazioni di riferimento sono: Gibellina-Salemi, Castelvetrano, Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Petrosino, Marsala.

LE ZONE ARCHEOLOGICHE

Sul territorio della Diocesi sono presenti alcune zone archeologiche di pregio valore.

SELINUNTE:  Selinunte era una antica città greca sita sulla costa sud-occidentale della Sicilia. I ruderi della città si trovano sul territorio del Comune di Castelvetrano. Tutto il terreno interessato forma oggi un parco archeologico della dimensione di circa 40 ettari. Nel sito archeologico, sull’acropoli vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su di una collina poco lontana. Molti edifici sono rovinati in seguito a sismi avvenuti in epoca medievale; tuttavia alcuni interventi di anastilosi hanno permesso di ricostruire quasi completamente il Tempio E (il cosiddetto tempio di Hera), e di rialzare in gran parte uno dei lati lunghi del Tempio C. Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo. Fa eccezione l’opera più famosa, l’Efebo di Selinunte, che oggi è esposto al Museo Comunale di Castelvetrano.

CAVE DI CUSA: Le Cave di Cusa (o Rocche di Cusa) si trovano in territorio di Campobello di Mazara, a 13 km a nord-ovest delle rovine di Selinunte. La Regione Siciliana ha intitolato il parco all’archeologo Vincenzo Tusa. Il sito è formato da cave di pietra caratterizzate da banchi di calcarenite estesi lungo circa 2 km in prossimità della costa, da cui veniva estratto il materiale per le costruzioni selinuntine. Esse furono in uso dal VI secolo a.C. fino alla sconfitta dei greci da parte dei cartaginesi nel 409 a.C. L’elemento più significativo che vi si nota è la brusca interruzione dei lavori di estrazione, di lavorazione e di trasporto dei rocchi di colonna, dovuta alla minaccia che incombeva sulla città nel 409 a.C. per l’improvviso sopraggiungere dell’esercito cartaginese. La repentina fuga dei cavatori, degli scalpellini e degli operai addetti, ha fatto sì che oggi noi possiamo non solo riconoscere ma anche seguire tutte le varie fasi di lavorazione: dalle prime profonde incisioni circolari, fino ai rocchi finiti che attendevano soltanto di essere trasportati via.

SALEMI: Mokarta è il nome della collina a circa 1 km dal centro abitato di Salemi su cui si sviluppa un esteso insediamento della Tarda Età del Bronzo (sec. XI – X a.C.). I recenti scavi hanno portato alla scoperta di una necropoli e dell’impianto di un villaggio capannicolo. L’insediamento è composto da capanne circolari che hanno un ingresso a forcipe. Questa particolarità differenzia il complesso archeologico di Salemi da altri ritrovamenti dello stesso periodo scoperti in Sicilia. Mokarta è quindi un insediamento con un carattere di unicità nella cultura dell’età del bronzo in Sicilia.

MAZARA DEL VALLO: Contrada Roccazzo a Mazara del Vallo rappresenta il sito dove sono nati i primi insediamenti umani nel territorio mazarese. Questi risalgono al paleolitico superiore e proprio a Roccazzo sono state rinvenute tracce di grattatoibulinilame di selce e altri prodotti artigianali.

MARSALA: La visita all’area archeologica di Marsala parte dal museo Baglio Anselmi e consente, passeggiando su sentieri attrezzati, di poter ammirare alcuni ritrovamenti frutto degli scavi che, a più riprese, si sono susseguiti negli decenni. C’è la famosa insula, portata alla luce nel 1939, un grande edificio con ambienti spaziosi con pavimenti a mosaico, un impianto termale e i relativi servizi. Recentemente è stato invece scoperto l’imponente decumanus maximus, che rappresenta senza dubbio il rinvenimento più eccezionale della città antica. Orientato in direzione E-W, era interdetto ai carri e terminava verso il mare con una grande scalinata. Lungo l’asse viario riscoperto è visibile un’iscrizione pubblica relativa al magistrato che contribuì alla realizzazione del grande asse viario che, per inciso, è esattamente in linea con la via XI Maggio, in città. Interessanti sono, tra le altre, due sepolture rinvenute sul decumanus maximus, tombe a cassa congiunte da una parete in comune, ove sono riportate delle scritte in greco di colore rosse precedute e seguite dal simbolo della croce, oltre ad una grande croce sotto ogni scritta. Le tombe sono databili a cavallo del VI e VII secolo e sono importanti per il rituale che le scritte descrivono, quasi un vero esorcismo per benedire le anime dei due morti.

PARTANNA: In contrada Stretto a Partanna sono state ritrovate tombe a grotticella e tombe a camera e numerose ceramiche dell’età del bronzo. Fra i resti, alcuni vasi della tipologia Partanna-Naro conservati al Museo Archeologico Regionale di Palermo e caratteristici di altri villaggi preistorici rinvenuti nel trapanese. Vasi quindi, ma anche coppe, tazze, boccali, brocche, pissidi di splendida fattura, ornati con figure geometriche. Le popolazioni che occupavano quegli antichi insediamenti, avevano tecniche evolute per riuscire a coltivare la terra, soprattutto dal punto di vista della distribuzione dell’acqua. Basta considerare che gli scavi in contrada Stretto hanno permesso di trovare alcuni fossati-cisterne, anche di notevoli dimensioni, utilizzati anticamente per raccogliere l’acqua che sarebbe servita all’irrigazione. Vere e proprie opere di idraulica che hanno pochi riscontri in altri siti dell’epoca, anche e proprio per le dimensioni degli impianti.

I MUSEI

MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA/GIBELLINA: Si tratta del museo siciliano dedicato all’arte contemporanea. La sua collezione raccoglie circa 2.000 opere d’arte tra fotografie, disegni, dipinti, sculture ed installazioni di artisti siciliani, nazionali ed internazionali. Il museo è nato dall’apporto apporto di alcuni critici e galleristi, tra cui Achille Bonito Oliva, Appella, Argan, Calvesi, Di Stefano, Paparoni, e Romero e Soldano, che hanno donato preziose collezioni di grafica. Tra le opere quelle di: Alighiero e Boetti, Angeli, Bay, Battaglia, Beuys, Boetti, Brindisi, Cagli, Capogrossi, Caruso, Chia, Christo, Colla, Corona, Corpora, Cucchi, Del Pezzo, Dorazio, Dova, Ducrot, Festa, Fiume, Franchina, Guidi, Guttuso.

MUSEO CIVICO/CASTELVETRANO: Il piccolo museo in via Giuseppe Garibaldi, nel centro della città, custodisce opere di straordinario valore archeologico e  storico-artistico. Si trova esposto l’Efebo di Selinunte, uno dei rinvenimenti più importanti avvenuti nell’area archeologica di Selinunte. L’Efebo è uno dei pochissimi originali greci, tornato a Castelvetrano dopo il furto del 1962 e la successiva esposizione al museo archeologico di Palermo. È  una scultura bronzea, alta cm.85, databile alla prima metà del V secolo a.C., dai caratteri spiccatamente locali.  Si possono inoltre ammirare: una bella collezione di ceramica attica e corinzia, un mirabile cratere a figure rosse con Sileni, monete,  bronzi e una lamina plumbea. Il museo accoglie anche opere provenienti da chiese in disuso, tra cui l’interessante statua in alabastro della Vergine col Bambino, attribuita alla bottega di Francesco Laurana (1467).

MUSEO DEL SATIRO/MAZARA DEL VALLO: Il museo è ospitato nella chiesa di Sant’Egidio. Oltre alla statua bronzea del Satiro danzante, il museo ospita altre testimonianze archeologiche restituite dal mare come vasellame e pezzi statuari in bronzo. All’interno del museo si possono inoltre ammirare altre testimonianze archeologiche di scavi e campagne di ricerca effettuate nelle acque antistanti la costa di Mazara del Vallo, come bracieri di terracotta di epoca medievale, uno spatheion nordafricano del V secolo d.C., un askos acromo della prima metà del III secolo a.C. e diverse anfore da trasporto di età punica e romana.

MUSEO BAGLIO ANSELMI/MARSALA: Il museo archeologico Baglio Anselmi di Marsala è il più importante della città siciliana in quanto ospita l’unico esemplare di nave punica giunta ai nostri giorni. Il reperto più importante del museo è certamente la nave punica, visitata da archeologi e studiosi di tutto il mondo, in quanto esemplare unico ritrovato nelle acque della città lilibetana nel 1971. Altri reperti contenuti nel museo sono costituiti da ceramiche e terrecotte di epoca ellenistica e romana oltre ad una serie di epigrafi incise su lastre di pietra.

MUSEO GARIBALDINO/MARSALA: Il museo dedicato a Giacomo Giustolisi, all’interno del complesso monumentale di San Pietro, ripercorre l’epoca garibaldina. Il museo è allestito con cimeli e documenti provenienti da diversi musei italiani (Fano, Macerata, Castel Sant’Angelo), dagli Archivi di Naselli Flores e di Moncada (appartenente alla Provincia Regionale di Palermo). Nelle due sale attigue, al primo piano del Complesso di San Pietro, si percorre la spedizione di Garibaldi e dei Mille, con particolare risalto alla partenza da Quarto e allo sbarco a Marsala. Nelle undici sezioni del Museo sono situati sculture, armi, uniformi e la poltrona damascata dove Garibaldi riposò dopo lo sbarco.