Tornare all’antico paese, oggi luogo di memoria non finito nell’oblio ma reso tutt’oggi vivo dall’impegno di alcune associazioni di volontariato. Oltre il cancello che preclude l’ingresso al vecchio abitato di Poggioreale c’è chi ha lasciato i ricordi. Ma anche le speranze. Nella notte del terremoto che nel ’68 sconquassò il Belice. Apportando ferite irreparabili. E finanche morte. Chi ha vissuto quel terremoto non dimentica. Come gli anziani di Poggioreale ai quali la locale Caritas parrocchiale ha dedicato la seconda edizione della Festa dedicata proprio a loro.
La festa, preparata con cura e passione dalla nuova coordinatrice Antonietta Pace e dal gruppo degli operatori, ha suscitato grande interesse ed entusiasmo e ha voluto essere uno stimolo alle nuove generazioni per far comprendere la ricchezza e la sapienza custodite dalle persone di una certa età e quanto sia per loro importante sentire la vicinanza affettuosa degli “altri”.
Numerosi gli anziani e gli accompagnatori presenti nel vecchio centro urbano di Poggioreale insieme con gli ospiti delle comunità di accoglienza “S. Giuseppe” di Salaparuta e “S. Antonio” di Poggioreale. La messa presieduta da monsignor Antonino Bellissima e concelebrata dal parroco don Vito Saladino, è stato un momento fortemente edificante.

È stato chiesto al Signore il dono di una fede più robusta, più viva, più capace di ispirare una vitalità ancora feconda di bene per tutti coloro che sono avanti negli anni dovunque si trovassero e in qualunque condizione di salute e di spirito. L’omelia del celebrante ha sottolineato la misericordia di Dio nell’accogliere anche coloro che rispondono alla sua chiamata con ritardo o all’ultimo istante della loro vita. Il momento festivo è stato coronato dal pranzo sociale.
Francesca Zummo