Non è semplice per noi genitori descrivere se non con le stesse parole pronunciate da Gesù, la gioia e lo stupore che ha invaso i nostri cuori nei giorni che hanno preceduto e seguito il conferimento del ministero di accolito a nostro figlio Claudio. Altrettanto poco semplice è parlare di lui come persona perché la parola che più si conforma è mistero. Il mistero di un Dio che riversa il Suo amore nel cuore degli uomini, soprattutto dei più piccoli perché è in essi che si rende manifesto senza veli, senza limiti e senza misura. Fin da piccolo il cuore di Claudio gli apparteneva e superando ogni spiegazione umana e resistenza da parte nostra che, ahimè, da Dio eravamo lontani, lui con tenacia, perseveranza è riuscito a coinvolgere anche noi e a farci innamorare come lui è del Signore e della sua Chiesa.

A Claudio piaceva il calcio, ma voleva le figurine dei santi; guardava i giocattoli, ma preferiva le croci, le statue dei santi e i rosari; voleva viaggiare, ma cercava un Santuario; finanche per le visite e gli interventi nei vari ospedali che giravamo bisognava cercare alberghi nei pressi di una chiesa per la cui messa e preghiera davvero sopportava ogni cosa. Claudio è davvero innamorato di Dio e lo ama al di sopra di tutto e di tutti; ama tutto ciò che lo riguarda e del servizio ha fatto lo scopo della sua vita. Tutto il resto è secondario e non necessario per lui. In più un carattere espansivo e dolce ha reso manifesti questi sentimenti e facilmente riconoscibili da tutti, soprattutto dai sacerdoti che ha incontrato nel suo cammino; persone meravigliose, guidate dallo Spirito Santo, che hanno saputo vedere oltre i tanti limiti questo smisurato amore e lo hanno aiutato nella concretezza dei gesti a realizzare ciò che per lui e, soprattutto per noi, era un traguardo lontanissimo. Ancora ricordiamo quando indossò la prima volta un camice da ministrante, per noi era già qualcosa che andava oltre ogni aspettativa.
Ma vedere in lui esprimersi potenzialità che non conoscevamo, i suoi occhi pieni di luce e vedere in questo una forma di realizzazione corrispondeva a ciò che ogni genitore desidera per il proprio figlio. Eppure il Signore aveva un progetto più grande per lui, un dono di grazia immenso, Egli lo ha voluto ancora più prossimo a Sè rendendo possibile ciò che noi fin da subito abbiamo chiamato e vissuto come un “miracolo”. Quando il nostro caro Vescovo, poco prima della pandemia, ci comunicò che per Claudio era possibile il ministero di accolito, rimanemmo sconvolti; lo stupore si mescolava all’incredulità e lì capimmo che la misericordia di Dio veramente non ha limiti e chiaramente si stava manifestando a noi proprio attraverso monsignor Mogavero, un pastore attento, amorevole, che, con coraggio, ampiezza di pensiero e lungimiranza, ha reso possibile il desiderio di Dio per Claudio e per noi. In Claudio ha riconosciuto una possibilità altra, l’amore puro semplice e autentico e solo su quello ha compiuto la scelta di conferire a nostro figlio questo ministero; un audace ritorno all’essenzialità del Vangelo e il segno di una Chiesa aperta a tutti che guarda il cuore e valorizza ogni persona quali che siano i limiti o la condizione.
Le emozioni continuano a vivere dentro di noi. Il Signore ha scelto Claudio come strumento per farci un dono ancora più grande, quello della fede che supera ogni ricchezza e ha riempito di senso e di speranza la nostra vita. Il nostro grazie va anche alla comunità di Petrosino. Una grande famiglia che, insieme ai nostri familiari e a tantissimi amici, ci sostiene e ci dona il coraggio e la forza per accompagnare nostro figlio e noi stessi in questo viaggio meraviglioso che è la vita vissuta con la presenza del Signore.
Stefania e Settimo Merlino per Condividere