[8×1000] A Marsala si restaura l’organo di Francesco La Grassa

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A realizzare l’opera è stato Francesco La Grassa, l’artigiano che, poco tempo prima di iniziare a costruire l’organo di Marsala, aveva concluso il monumentale organo a sette tastiere e tre consolle nella collegiata di San Pietro a Trapani. Nel Santuario Maria Ss. Addolorata di Marsala l’opera firmata da La Grassa risale al 1845 ed è uno dei pezzi di pregio conservati all’interno del luogo di culto. Racchiuso in una cassa lignea dallo stile classico, è dotato di un sistema di azionamento a tiro e da tempo non funzionava. Ora è stato avviato il cantiere di restauro grazie ai fondi 8xmille e a un contributo della Regione Siciliana, che lo porterà ai fasti di una volta e a suonare nuovamente per accompagnare le celebrazioni.

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Lo strumento è un esempio di organo ottocentesco siciliano che possiede tutti i registri fondamentali per svolgere il servizio liturgico, con un prospetto di 8 canne principali, una consolle a finestra dotata di due tastiere di 51 note ciascuna, pedaliera di 12 pedali corti sempre accoppiata al manuale, 11 tiranti di metallo disposti in modo verticale a sinistra e a destra delle tastiere per l’inserimento dei registri fonici. «Restituire il prezioso organo a canne del 1845, di elevato pregio storico-artistico, alla comunità di Marsala, rappresenta un evento di straordinaria rilevanza culturale. L’obiettivo primario sarà quello di ristabilire l’integrità dell’opera, evitando di cancellare le tracce del passaggio del tempo attraverso un restauro filologico», spiega il rettore del Santuario don Nicola Altaserse. Il restauro costerà 98.550 euro e a effettuarlo è la ditta “Fratelli Cimino” di Aragona. La Regione ha elargito un contributo di 60 mila euro, mentre la Cei contribuisce con 38.550 euro a valere sui fondi 8xmille. 

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